Da dove arriveranno prossime pandemie? Sempre dai pipistrelli, dicono i computer

Gli scienziati della Georgetown University: mai più impreparati grazie all'intelligenza artificiale, identificati oltre 400 pipistrelli che possono ospitare dei virus potenzialmente pericolosi per l'uomo

I pipistrelli sono dei serbatoi naturali di betacoronavirus

I pipistrelli sono dei serbatoi naturali di betacoronavirus

Un'equipe internazionale guidata da alcuni scienziati della Georgetown University (Stati Uniti) ha dimostrato che l'intelligenza artificiale può aiutarci a prevedere da dove arriverà il prossimo virus potenzialmente pandemico. In un articolo pubblicato su Lancet Microbe, gli scienziati descrivono un progetto che, basandosi su un insieme di modelli predittivi, punta a identificare le specie di pipistrelli portatrici di ceppi simili a SARS-CoV-2 (il virus del Covid-19), che potrebbero in futuro infettare gli esseri umani.

La alla caccia di pipistrelli

Nei primi mesi del 2020, i ricercatori hanno applicato i principi del machine learning per addestrato otto diversi modelli statistici, finalizzati a pronosticare quali tipi di animali potessero ospitare i betacoronavirus, il gruppo cui appartiene anche il virus a RNA responsabile del Covid-19. Per più di un anno, il team ha poi monitorato la scoperta di 47 nuovi tipi pipistrelli che fungono da carrier abituali per questi patogeni, in modo da convalidare le previsioni iniziali e ricalibrare dinamicamente i modelli di partenza. In corso d'opera si è ad esempio osservato che l'uso di informazioni attinenti all'ecologia e all'evoluzione dell'animale permettono all'IA di elaborare previsioni più accurate, rispetto ai modelli che contengono invece molta matematica ma meno dati biologici. Terminata la fase di allenamento, i modelli sono stati quindi aggiornati e perfezionati facendo tesoro di quanto scoperto. Rimessi al lavoro hanno così individuato oltre 400 specie di pipistrelli sparsi per il mondo, che secondo le previsioni potrebbero essere dei serbatoi naturali di coronavirus. "Se vuoi trovare questi virus, devi iniziare a profilare i loro ospiti: la loro ecologia, la loro evoluzione, persino la forma delle loro ali", ha spiegato uno dei coautori, Colin Carlson, del Center for Global Health Science and Security di Georgetown. "L'intelligenza artificiale ci permette di prendere dati sui pipistrelli", ha continuato, "e trasformarli in previsioni concrete: dove dovremmo cercare la prossima SARS?"

Prendere il virus in contropiede

Gli scienziati hanno ora coinvolto altri colleghi per condurre studi più approfonditi sugli animali segnalati dall'IA, con l'obiettivo di verificare l'esattezza delle previsioni e di riflesso capire quanto i virus in questione rappresentino un effettivo rischio per l'uomo. Carlson ha sottolineato che l'uso della tecnologia può darci un importante vantaggio per il futuro, perché se perdiamo meno tempo e denaro per cercare i virus, "possiamo investire le risorse nelle cose che salvano le vite". Tra queste, ci sono ad esempio "la creazione di vaccini universali", ma anche "il monitoraggio delle persone che vivono vicino ai pipistrelli" per verificare sul nascere l'eventuale salto di specie (spillone) del patogeno.