Il magico parco divertimenti delle lumache

di pollice,. Adele pigia . il grosso. bottone rosso. .

Il magico parco divertimenti delle lumache

di pollice,. Adele pigia . il grosso. bottone rosso. .

"Piacere di conoscerti, Susanna. Anzi, incantato di conoscerti! Perché la tua presenza, giovane fanciulla, ci fa tanto piacere quanto ci incanta!"

Susanna si accontenta di annuire: comincia a capire da dove viene la stranezza di Adele. Che fenomeno, questo tipo! Ma bisogna ammettere che nemmeno lui, nel suo genere, è antipatico.

"Bene, Susanna, spero che avremo il piacere di rivederti. Accompagno Adele al corso di xilofono, ma domani saremo qui, come ogni domenica!"

"Tu suoni lo xilofono?" chiede Susanna a Adele.

"Ah, ehm, sì!" risponde lei, di nuovo con la testa fra le nuvole. "Perché?"

"Così. Sei davvero speciale!"

E suo malgrado scoppia a ridere. Il padre la imita subito, felice di vedere che l’amica di Adele, la sua prima amica, è così gentile.

Susanna nota che Adele è di nuovo arrossita. Così si lancia: "Senti, Adele, volevo chiederti… Domani ti andrebbe…".

Ma si interrompe: non ha mica pensato a cosa potrebbero fare insieme. Da troppo tempo Susanna non è più una bambina! Cosa piace fare alle bambine di oggi? O piuttosto, a cosa vorrebbe giocare Adele, questa ragazzina così stramba?

"Ehm, ti andrebbe di fare… un… ehm…"

Riflettendo a tutta velocità, Susanna osserva il viso di Adele e di suo padre, che aspettano senza fretta che lei finisca la frase. Infine ha un’idea. "… un parco per le lumache?"

"Forza, schiaccia il bottone."

"Quello lì rosso?" chiede Adele.

"Ma certo, salame al salmone, ce n’è solo uno!" L’abitudine a usare i soprannomi è venuta naturale. Certo che, se avessero detto a Susanna che si sarebbe ritrovata ad affibbiare a Adele dei nomignoli tanto idioti come “arrosto di tagliatelle” o “crema d’indivia”, non ci avrebbe mai creduto. Eppure è ciò che succede quella mattina, e lei deve ammettere che è proprio divertente.

La regola consiste nel non utilizzare mai lo stesso soprannome. Susanna scopre di avere un certo talento per quel gioco mentre, inginocchiate sulla riva dello Stagno, si danno da fare per costruire il parco delle lumache.

Ci ha lavorato una buona parte della notte. Da quanto tempo non faceva le ore piccole così, nel suo laboratorio, a trafficare alla luce della lampadina? Non saprebbe dirlo, e del resto poco importa: con i suoi occhi da bambina che hanno visto scorrere una vita intera, contempla quella che, senza ombra di dubbio, è la sua opera migliore.

Il parco misura circa tre metri per tre. Susanna lo ha fabbricato con parti in legno, in plastica e in metallo che ha tagliato, scolpito, assembla- to e saldato. Il recinto del parco assomiglia a un gigantesco ottovolante che descrive nell’aria innumerevoli circonvoluzioni, in un susseguirsi di giri della morte, discese vertiginose e piste gibbose. Al centro del recinto ci sono due piani: in quello superiore è tutto una foresta di liane, ponti di corda, trapezi e scivoli che si incrociano sfidando il vuoto su una rete tesa; al piano inferiore si dispiegano tre piste coperte di trampolini e tappeti elastici di ogni tipo, messi accanto a un enorme bottone rosso.

"Allora, ehm, d’accordo, schiaccio!" esclama Adele battendo le mani.

Con un colpo di pollice, pigia il grosso bottone rosso che si abbassa con un clic incoraggiante. Lo spettacolo comincia!

Al suono di un’allegra musichetta che viene dal centro del parco, decine di lucine rosse, gialle, verdi e blu strategicamente sistemate lungo le rampe di lancio si mettono a lampeggiare, in una sinfonia di luci e colori.

"Schiaccia un’altra volta" dice Susanna a Adele, che spalanca gli occhi grossi come dischi volanti e la bocca tonda come un hula-hoop.

"È… tu sei… è proprio…"

"Incredibile?" chiede Susanna sorridendo.

"Esatto!!!"

2023 Gallimard Jeunesse

2024 Mondadori Libri S.p.A., Milano, per l’edizione italiana