
col pagarli. Ma credevo . di averlo . già fatto.
Lui sta seduto su una poltroncina con la nuca appoggiata alla parete e guarda nel vuoto davanti a sé. È invecchiato di dieci anni in un giorno. Quando sposta gli occhi su di lei, non la riconosce e Alessandra deve in qualche modo presentarsi:
"Ci siamo visti stamattina. Per il mutuo..."
"Ah sì, il mutuo. Se non era per il mutuo... bastava non fermarsi dopo, andare via due minuti prima."
"Come... come sta sua moglie?"
"L’hanno operata. Non sembra in pericolo di vita, anche se non hanno ancora sciolto la prognosi, ma è quasi sicuro che non potrà più camminare. Su una sedia a rotelle per sempre, e non ha ancora trent’anni, per sempre e per colpa di quei bastardi. I suoi non lo sanno ancora, come facevo a dirgli al telefono che le avevano sparato, gli ho solo parlato di un incidente, si sono messi in viaggio subito, tra poco arrivano e sarò io a dovergli spiegare tutto..."
Poi c’è il racconto di due vite. Si sono conosciuti in Sicilia, un’estate, al mare. Un fidanzamento lungo, complicato dalla distanza, poi il matrimonio e lei che si trasferisce al Nord. Tanti interessi in comune, lo stesso lavoro che piace a tutti e due, ma sempre l’incertezza del domani, la paura che l’incarico non sia rinnovato. E finalmente la decisione di non arrendersi: compriamo una casa con il mutuo e poi facciamo un figlio, e se uno di noi due dovesse restare a spasso, pazienza, in qualche modo riusciremo a tirare avanti lo stesso, perché non è giusto rinunciare alle aspettative, rintanarsi e attendere che gli anni passino per poi ritrovarsi vecchi senza aver raggiunto neppure una meta. "Adesso" dice ancora lui "cosa ci resta da sperare? Le stampelle, come speranza massima. E che arrestino quei bastardi, prima che rifacciano quello che hanno fatto, prima che ammazzino o che riducano qualcun altro come hanno ridotto mia moglie: grandi speranze davvero. E come spiegare ad Antonia che non camminerà più? Toccherà ancora a me, non voglio che lo sappia da altri."
Alessandra pensa che avrebbe fatto meglio a non venire. Ha soltanto aggiunto altra angoscia alla sua angoscia di prima. Non sa cosa dire all’uomo che adesso la sta fissando e aspetta qualche parola solo per essere distratto brevemente dalla sua pena. Non può neppure confessargli perché è venuta, proprio lei, tra i tanti presenti alla rapina. E quando lui la ringrazia per la sua partecipazione, per la gentilezza che ha dimostrato nel venire fin lì, lei vorrebbe sprofondare.
Arrivano alcuni parenti e Alessandra se ne va. Si siede su una panchina del giardino interno all’ospedale, si accende una sigaretta, l’ultima del pacchetto, ma la butta via subito, in preda all’agitazione e all’impazienza. Gli errori si finisce sempre col pagarli, pensa. Credevo di aver pagato il mio con quell’anno nero, ma non è bastato, devo pagarlo ancora. E c’è chi paga senza colpa, come Antonia Sciarelli, il marito, il padre e la madre, e – dieci anni fa – quel povero direttore di banca a Savona. Il poliziotto che mi ha interrogato, che mi ha fissato negli occhi, ha sospettato che tacessi qualcosa, ma non può aver idea di quanto importante sia quel qualcosa. Se adesso parlo, se faccio un nome, butto via tutto quello che mi sono conquistata – lavoro, affetto, amici, tranquillità economica –, rovino la vita dei miei e mia, perché dovrò dare delle spiegazioni che mi coinvolgeranno; se invece sto zitta e mi tengo tutto per me, non è detto comunque che prima o poi a me non risalgano e in ogni caso vivrò nella paura per anni e nel rimorso per sempre. Non c’è modo di scamparla. Dovrei decidere adesso, subito, ma non ci riesco.
Si alza e si avvia verso il parcheggio dove ha lasciato la macchina. Passa davanti a una tabaccheria che ha di fianco alla porta la rossa buca delle lettere, entra e compra due pacchetti di sigarette, illusorio conforto per le ore che seguiranno. Sale in macchina, torna a casa. Si toglie il giubbotto impermeabile e crolla su una sedia, senza più forze.
Se Renato continua a fare del male, pensa, deve essere fermato. Ma come? Non riesco a decidere come. Le viene in mente che può chiedere consiglio a Luca, il bravo ragazzo affidabile che le suggerirà la decisione giusta. Comincia a comporre il numero al cellulare, ma si blocca dopo le prime cifre: il suggerimento sarà di andare alla polizia, di assumersi le sue responsabilità. No, non ce la faccio, si dice, il mio è stato un errore di giovinezza e anche una fatalità, con la rapina di oggi non c’entro niente.
Cosa fare allora? Le torna in mente la rossa buca delle lettere che aveva attratto il suo sguardo: ecco, può scrivere una lettera anonima, un modo per sfangarla e insieme indirizzare le indagini su una pista precisa. Un modo vigliacco, pensa, un compromesso per non sputarmi in faccia quando mi guarderò allo specchio, ma io di più non riesco a fare, io non sono una brava ragazza, io sto nella zona grigia della mediocrità, con un piede nel fango e l’altro all’asciutto.
Si alza, comincia a mettere in ordine mentalmente le azioni da fare: prima di tutto andare al supermer- cato a rifornirsi dell’occorrente (un paio di guanti da cucina nuovi, una risma di carta da stampante, una confezione di buste, più il necessario per il pranzo di domenica perché i suoi acquisti non possano in- curiosire ed essere ricordati), tornare a casa, mettersi al lavoro, cioè infilare i guanti nuovi, estrarre un foglio dal mezzo della risma di carta, recuperare da un cassetto della scrivania dei vecchissimi trasferelli, ripulirli accuratamente con uno straccio, comporre con essi un testo breve ma esplicito, prendere una busta dalla confezione... si sente esausta, le gira la testa come se avesse bevuto un superalcolico a stomaco vuoto. Crolla su una poltrona del soggiorno, sta per accendersi meccanicamente una sigaretta quando, alzando lo sguardo, vede il suo viso riflesso nel piccolo specchio della parete di fronte. Di scatto gli scaglia contro il posacenere e scoppia a piangere. Non ci doveva essere una seconda volta, pensa, e invece c’è stata. Poi si alza, afferra borsa e giubbotto ed esce di casa.
2008 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
2015 Mondadori Libri S.p.A., Milano