REDAZIONE ASCOLI

Concorso ippico per 6mila. In tanti allo Squarcia:: "Settore da rilanciare"

I numeri della tre giorni fanno sorridere gli organizzatori. Lo storico cavaliere della Piazzarola, De Angelis: "Abbiamo avuto il top dell’equitazione".

Angelo De Angelis, storico cavaliere della Piazzarola che vinse tre Quintane tra il 1960 e il 1962

Angelo De Angelis, storico cavaliere della Piazzarola che vinse tre Quintane tra il 1960 e il 1962

Oltre seimila spettatori. E’ quanto fatto registrare dalla seconda edizione del concorso ippico ‘Città di Ascoli’, andata in scena tra venerdì e domenica al campo Squarcia grazie all’organizzazione curata dalla Fise, dalla società ‘Bb Equestrian Ssd Arl’ e da Roberta Faraotti, in sinergia ovviamente con il Comune e con l’azienda Panichi, main sponsor dell’evento. Un successo strepitoso, quello riscosso dall’iniziativa, che in un weekend ha portato in città i migliori cavalieri e le più brave amazzoni d’Italia. Spalti gremiti per ogni gara e uno spettacolo che ha entusiasmato il popolo ascolano. "E’ l’unico concorso ippico, a livello nazionale, che si svolge nel bel mezzo di una città – spiega Angelo De Angelis, storico cavaliere della Piazzarola (che vinse tre Quintane tra il 1960 e il 1962), il quale ha assistito a ogni singolo appuntamento –. Abbiamo avuto nella nostra splendida Ascoli il top dell’equitazione, da Bologni alla Martinengo, passando per Casadei e tutti gli altri. Mi auguro che da questo evento si possa ripartire per agevolare e rilanciare il settore equestre. Purtroppo, in Italia, non c’è più la cultura del cavallo e molti centri ippici puntano solo al business economico senza riuscire a creare dei veri cavalieri. Mi permetto di dirlo perché ho una certa conoscenza di questo mondo: fui il primo, infatti, ad allestire un centro ippico ad Ascoli già negli anni Settanta. In questo momento, nel nostro paese, mancano i tecnici – prosegue De Angelis –. I giovani devono essere messi bene in sella ma non ci sono istruttori preparati. Alcuni di essi, addirittura, preparano i ragazzi ma nella loro carriera non hanno mai montato a cavallo. Insomma, mi auguro che da un evento come questo l’equitazione possa rilanciarsi e crescere sempre di più. Sono stati tre giorni bellissimi e mi complimento con tutti gli organizzatori, dai fratelli Panichi alla famiglia Faraotti. Spero che questo concorso ippico venga riproposto, ad Ascoli, tutti gli anni – conclude lo storico cavaliere –, perché rappresenta un’eccellenza a livello nazionale. Nelle mie vene scorre sangue di cavallo, lo sanno tutti, e se dico certe cose è solo perché amo questi animali e amo l’equitazione. Il mio auspicio è che tanti giovani possano diventare dei bravi fantini e dei forti cavalieri".

Matteo Porfiri