Inflazione, Ascoli oltre la media nazionale

E’ tra le prime trenta province in Italia per la perdita del potere di acquisto di ogni nucleo familiare

Ascoli, 22 gennaio 2024 – L’inflazione si è sentita particolarmente nelle province di Ascoli e di Fermo. Questo dimostrano i dati raccolti dalla Cgia: addirittura la provincia ascolana è tra le prime trenta in Italia per la perdita del potere di acquisto di ogni nucleo familiare. Il costo della vita, infatti, aumentato a causa dell’inflazione tra il 2023 e il 2022 ha eroso i risparmi delle famiglie della provincia di Ascoli per un ammontare di 6.795 euro.

Ascoli è tra le prime trenta province in Italia per la perdita del potere di acquisto di ogni nucleo familiare (foto generica)
Ascoli è tra le prime trenta province in Italia per la perdita del potere di acquisto di ogni nucleo familiare (foto generica)

Una somma ben superiore alla media nazionale che è stata pari a 6.257 euro. Complessivamente i risparmi degli abitanti della provincia di Ascoli erano alla fine del 2021 pari a 4.044 milioni di euro e tra il 2022 e il 2023 hanno subito una perdita pari a 592 milioni di euro. Grazie a questi dati Ascoli si posizione al 29esimo posto in Italia sulla base delle perdite causate dall’inflazione nel biennio preso in considerazione.

La provincia di Fermo, invece, occupa la 58esima posizione. Alla fine del 2021 l’ammontare complessivo dei depositi bancari conservati dalle banche nel fermano erano pari a 3.152 milioni di euro. A causa dell’inflazione avvenuta tra il 2022 e il 2023 la somma dei depositi in provincia di Fermo ha subito una contrazione pari a 421 milioni di euro.

Il costo della vita a causa dell’inflazione è "costato” ai fermani tra il 2022 e il 2023 ben 5.847 euro per ogni nucleo familiare. La ricerca è stata condotta dall’ufficio studi della Cgia ed evidenzia a livello generale che negli ultimi due anni l’inflazione si è abbattuta sui conti correnti degli italiani con la forza di una patrimoniale. Al netto dei nuclei che hanno trasferito una parte dei propri risparmi nell’acquisto di titoli di Stato, la stragrande maggioranza ha subito gli effetti negativi della perdita di potere d’acquisto indotta dal fortissimo aumento dei prezzi registrato nel 2022 e nel 2023 (nel biennio pari a +14,2 per cento).

Nell’ipotesi che le consistenze dei depositi bancari riferiti al 31 dicembre 2021 siano rimaste le stesse anche negli anni successivi, si ipotizza che le famiglie italiane abbiano subito una “decurtazione" media dei propri risparmi di 6.257 euro, con punte di 9.220 euro in Trentino Alto Adige, 7.432 euro in Lombardia e 7.121 euro in Veneto.

A livello provinciale, invece, la perdita di potere d’acquisto più elevata si sarebbe registrata a Bolzano con un importo medio per deposito bancario pari a 10.444 euro, a Milano con 8.677 euro e a Trento con 8.048 euro. All’inflazione gli abitanti delle province di Ascoli e Fermo hanno dovuto fare i conti anche con le imposte patrimoniali che continuano a gravare siu di loro. Un importo, relativo al 2022, che valeva 2,6 punti di Pil.