L’inflazione avanza: la spesa costa mille euro in più

I dati di settembre dell’Istat collocano Macerata, su base annua, tra le città più care e nelle Marche, solo Ascoli ha valori maggiori. In testa alla classifica c’è Genova, mentre la vita è meno esosa a Potenza

Macerata, 20 ottobre 2023 – C’è anche Macerata nella classifica delle città più care d’Italia stilata dalla Unione nazionale Consumatori sulla base dei dati Istat riferiti all’aumento dei prezzi di settembre.

L’inflazione tendenziale registrata in città, infatti, si è attestata al 5,5%, che per una famiglia media significa una spesa aggiuntiva, su base annua di 1.039 euro.

Gli anziani, i single e tante famiglie riescono a mettere sempre meno prodotti nel carrello della spesa: i prezzi e l’inflazione continuano a salire
Gli anziani, i single e tante famiglie riescono a mettere sempre meno prodotti nel carrello della spesa: i prezzi e l’inflazione continuano a salire

Si tratta di un valore superiore alla media italiana (5,3%) che nelle Marche è inferiore a quello di Ascoli (5,7%, 1.077 euro), ma superiore a quello di Ancona (4,4%, 875 euro). Ma è anche maggiore di quello di città come Como (5,1%), Bergamo (5%), Modena (5,4%), Pavia (4,9%), Vicenza (5,4%), Bolzano (4,7%), Padova (5,3%), Bologna (4,9%), Roma (5,2%), Trieste (5,1%), Ferrara (4,9%), Trento (3,6%), Parma (4%), Avellino (5%), Reggio Emilia (3,3%), tanto per citarne alcune da nord a sud. Numeri che si inseriscono in un lieve calo registrato in Italia rispetto ad agosto, quando l’inflazione era al 5,4%, che l’Unione nazionale consumatori definisce "risibile e illusorio".

"La discesa dell’inflazione annua non solo è con il contagocce, ma è pure illusoria. I prezzi, infatti, pur se ormai stellari continuano lo stesso a salire dello 0,2% rispetto ad agosto. Per questo urgono interventi seri per ridurre l’inflazione, ad esempio stracciando l’inutile disegno di legge sulla concorrenza che non fa nulla per le famiglie, prevedendo l’abolizione delle penali per abbandonare le compagnie telefoniche o le offerte indicizzate all’inflazione, dare una definizione di prezzo anomalo, rinviare la fine del mercato tutelato dell’energia sia per le famiglie che per i condomini, solo per fare degli esempi" afferma il Presidente Massimiliano Dona.

"L’inflazione non cala abbastanza, e con un tasso al +5,3% una famiglia tipo si ritrova a spendere +1.550 euro all’anno a causa degli aumenti dei prezzi, spesa che sale a +2.008 euro all’anno per un nucleo con due figli", sottolinea il Codacons. In testa alla classifica c’è Genova dove l’inflazione tendenziale si attesta al +7,3%, la più alta d’Italia, con una spesa aggiuntiva annua di 1.591 euro per una famiglia media.

Al secondo posto Milano, +5,8%, con una spesa aggiuntiva di 1.575 euro e, al terzo, Alessandria, + 7%, con una spesa aggiuntiva di 1.555 euro.

L’inflazione più bassa del paese a settembre è stata registrata a Potenza, + 3,4%, dove si spendono in più 671 euro l’anno.

Seguono Caserta e Reggio Calabria, ma vanno bene anche Trapani, Bari, Ancona, prima città del Centro e Reggio Emilia, prima città del Nord.