Terremoto Marche 7 anni dopo, Marisol non c’è più: "È il nostro angelo e ci guarda da lassù"

Massimiliano Piermarini, genitore di Marisol, la vittima più giovane del terremoto del 2016, ricorda con dolore i momenti drammatici, ma guarda avanti per il bene della sua famiglia. In suo nome sono state promosse iniziative a dimostrazione della sconvolgente tragedia

Massimiliano e Martina Piermarini, genitori di Marisol: la piccola morì il 24 agosto 2016 a 18 mesi

Massimiliano e Martina Piermarini, genitori di Marisol: la piccola morì il 24 agosto 2016 a 18 mesi

Ascoli, 24 agosto 2023 – E’ lei il simbolo del terremoto del 2016: la piccola Marisol Piermarini, strappata via per sempre dall’affetto della sua famiglia a soli diciotto mesi. La bimba è stata la vittima più giovane tra le 52 che, ad Arquata, hanno pagato a caro prezzo le conseguenze della terribile scossa che il 24 agosto, alle 3.36, sconvolse la vita di tutti. A distanza di sette anni da quella tragedia, i genitori Massimiliano e Martina sono riusciti ad andare avanti, convivendo con il dolore e mettendo al mondo altri due bambini: Paola, nata il primo settembre del 2017, quindi un anno dopo la scomparsa di Marisol, e Niccolò, venuto alla luce lo scorso febbraio.

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Massimiliano Piermarini, qual è il suo stato d’animo in questa giornata?

"E’ sempre lo stesso. Ormai da sette anni. Non è cambiato nulla. Io e mia moglie abbiamo imparato a sopportare il dolore, che fa parte della vita. Ma dobbiamo guardare avanti, anche per il bene dei nostri due figli e della nostra famiglia. Il ricordo di Marisol c’è sempre nei nostri cuori e non potrà mai scomparire. Lei è il nostro angelo e ci veglia da lassù".

Cosa ricorda di quei drammatici momenti?

"Tutto. Ogni minimo istante è impresso nella mia mente. Ricordo tutta la sequenza di quella notte, dal momento della scossa fino a quando ci hanno tirato fuori dalle macerie. Io e Martina, infatti, siamo rimasti sepolti per oltre tre ore sotto la nostra abitazione a Pescara del Tronto. Poi ci ha pensato mio padre a prestarci il primo soccorso, prima che i vigili del fuoco riuscissero a salvarci. Ho avuto paura di morire, ma in quel momento provavo soprattutto rabbia e un senso di impotenza, perché non potevamo far nulla. E’ davvero brutto vivere una situazione di quel genere, consapevole del fatto che non avrei potuto agire per prevenire in quanto non c’era stata nessuna avvisaglia di quello che poi si sarebbe verificato".

Mentre si trovava sotto le macerie, aveva già capito che Marisol non c’era più?

"Sì, ci ho pensato subito che fosse accaduto qualcosa di estremamente grave. Di fianco a noi non la vedevamo e non riuscivamo neanche a percepire la sua presenza. La nostra Marisol era una bimba splendida, sempre sorridente, allegra e felice. Resterò sempre viva dentro di noi".

Nel nome di Marisol, nei giorni successivi al sisma, furono promosse parecchie iniziative, a dimostrazione del fatto che in tanti sono rimasti sconvolti da quanto accaduto. Ce le ricorda?

"Volentieri. Innanzitutto, venne promossa una raccolta fondi per acquistare strumenti musicali da destinare ai ragazzi della scuola di Arquata. Il tutto grazie anche alla collaborazione del sestiere della Piazzarola. Poi, a Marisol è stato anche intitolato l’orto che quotidianamente viene curato dagli studenti della scuola di Borgo. Ad Ascoli, invece, le è stato dedicato il piccolo parco giochi che si trova dietro al Gioli, in viale de Gasperi. Piccoli gesti che ci hanno fatto piacere e che contribuiscono a tenere vivo il ricordo della nostra bambina".

m.p.