Terremoto Marche 7 anni dopo, il commissario Castelli: "Meno burocrazia, più efficienza"

In sei mesi 611 milioni di euro ai privati per i lavori. "Contributi da record a luglio, è la strada giusta. Per le opere pubbliche scadenze come col Pnrr, abbiamo sbloccato il 95% delle progettazioni"

Arquata del Tronto (Ascoli), 24 agosto 2023 – Sette anni dal terremoto del 24 agosto 2016 (VIDEO), la notte più nera dell’Italia centrale: 299 vittime, 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata e 11 ad Accumoli, 41mila sfollati e danni per 28 miliardi. Senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post sisma, che cosa sta funzionando e che cosa ancora non va?

"Premessa doverosa, siamo di fronte a uno dei più gravi disastri della storia repubblicana. Bastano i numeri: il cratere è di ottomila chilometri quadrati e comprende 138 Comuni in quattro regioni (Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio). Dal 2016 c’è stata una serie di false partenze, che hanno frenato la ricostruzione per eccesso di burocrazia e l’applicazione di modelli non appropriati, poi pandemia, caro prezzi , concorrenza del Superbonus. Ho fissato subito un obiettivo: stimolare un cambio di passo nella ricostruzione, passare dalle norme ai cantieri. Col dl Ricostruzione ho ottenuto il superamento di questioni fondamentali: la stabilizzazione del personale precario degli uffici sisma, ulteriori semplificazioni per sciogliere complicazioni che rallentavano la ricostruzione, l’anticipazione dell’Iva per le attività produttive, la deroga fino al 2028-2029 al numer o minimo di alunni per la formazione delle classi scolastiche".

Risultato?

"Seicento decreti e 56 ordinanze. Una cura da cavallo di efficientamento, ora i dati sulla ricostruzione privata iniziano a dare indicazioni positive: nel primo semestre 2023 la Cassa depositi e prestiti ha liquidato 611 milioni alle aziende che operano nella ricostruzione, più 22% rispetto al primo semestre del 2022. A luglio è stata erogata la somma record di 131 milioni, siamo sulla strada giusta".

La ricostruzione privata: 28.555 progetti presentati su 50mila attesi. Dove si può arrivare e qual è la soglia fisiologica di ciò che non si ricostruirà mai?

" La cosa che più mi preoccupa è il mancato deposito di progetti da parte di soggetti percettori di contributi statali: i nuclei familiari che ricevono il Cas sono oltre 10mila, circa tremila vivono nelle Sae e 516 agricoltori in moduli agricoli. L’obiettivo è di farli rientrare nelle case. Per questo ho chiesto ai tecnici di depositare in via prioritaria entro il 31 ottobre i progetti riferiti almeno a un percettore di Cas".

Che cosa frena la ricostruzione?

"In primis c’è il tema dei paesi devastati: Arquata, Camerino, la Valnerina, Amatrice, Accumoli, Norcia. Abbiamo messo mano alle precondizioni per la ricost ruzione: demolizioni e azioni sui sottoservizi. E dal Parlamento ho ottenuto la possibilità per i proprietari di case danneggiate di aggiungere fino al 2025 al contributo sisma anche il Superbonus. Ma le vicissitudini del 110% stanno producendo difficoltà nel reperire banche che acquistino crediti di imposta. Intanto è stato siglato un protocollo d’intesa con Mps per un plafond di 200 milioni di crediti legati all’utilizzo del Superbonus 110% nei cantieri della ricostruzione".

Non solo ricostruzione materiale, ma anche riparazione economica e sociale. Come?

" Abbiamo avuto risorse importanti del fondo complementare sisma, 1,8 miliardi: un miliardo per le infrastrutture pubbliche, 615 milioni per stimolare economia, terzo settore e Comuni. Questo denaro è stato oggetto di una serie di bandi per industria e attività turistiche: ebbene, abbiamo approvato graduatorie per 1.350 progetti con cui abbiamo mobilitato finora 400 milioni di contributi diretti a imprese, coop, aziende e Comuni, che consentono di prevedere un investimento totale doppio".

Le scuole, base della ripartenza.

"Ho sbloccato un pia no per la ricostruzione di 228 scuole con 900 milioni . Abbiamo approvato i primi progetti e affidato i lavori".

Eppure la ricostruzione pubblica è la bestia nera del sisma.

"Quando mi sono insediato, ho visto i dati: il 45% delle opere finanziate negli anni precedenti non era neanc he avviato. La risposta? Nuovo piano di opere pubbliche da un miliardo e 100 milioni e un servizio di assistenza ai Comuni. E poi ho introdotto il sistema delle scadenze, come nel Pnrr: ad esempio, il 18 agosto per la progettazione. Ecco, di circa 1.126 interventi ora l’affidamento del servizio di progettazione è stato effettuato nel 95% dei casi. In quattro mesi abbiamo ottenuto un risultato concreto, sbloccando l’impasse degli anni precedenti".

Quale destino per le casette?

"Saranno decisivi parere dei sindaci e coinvolgimento delle comunità. I villaggi Sae non sono tutti uguali, alcuni non sono riconvertibili ad altri usi e andranno smantellati. Per altri, invece, è possibile immaginare luoghi di ricettività turistica, s pazi di co-ho using e anche alloggi messi a disposizione della comunità per esigenze sociali".