Ricostruzione post terremoto nelle Marche, il piano Castelli: “Priorità a chi vive ancora nelle casette”

Intervista al commissario: “Covid e inflazione hanno influito ma ci sono forti segnali di ripresa, il cratere ha futuro. Da una tragedia nascerà una grande occasione di rinascita”

Ascoli Piceno, 15 agosto 2023 – Sette anni dopo sono ancora visibili le grandi ferite del terremoto.

Terremoto nelle Marche: il commissario Castelli spiega a che punto siamo
Terremoto nelle Marche: il commissario Castelli spiega a che punto siamo

Senatore Guido Castelli, quali sono le difficoltà maggiori da superare?

"La prima sfida riguarda la fiducia. I cittadini e le imprese colpiti dal sisma del 2016 devono vedere segni concreti di ricostruzione e di rinascita. Solo questo genera fiducia. Molto è stato fatto, ma moltissimo resta da fare. E chi rappresenta le Istituzioni ha il dovere di ascoltare le richieste e fare presto. Non possiamo dimenticarci che in questi sette anni abbiamo avuto due anni di pandemia, che hanno frenato e fermato la vita in tutto il Paese. Poi la fiammata dell’inflazione ha costretto a rivedere radicalmente i prezzi e quindi i costi della ricostruzione. Dobbiamo capire che oggi la ricostruzione costa per il 30-40% in più delle stime di sette anni fa. Però ci sono segni forti di ripresa".

Ad esempio?

"Nel Decreto Ricostruzione varato a inizio anno sono state varate misure particolarmente importanti di snellimento e di accelerazione che hanno posto le premesse per lo sblocco di molteplici procedure di ricostruzione. Nel cratere siamo riusciti a rilanciare la misura del superbonus del 110% fino al 2025. Abbiamo ottenuto dal Parlamento un’ulteriore stabilizzazione del personale a tempo determinato impiegato nella ricostruzione. Le attività produttive potranno beneficiare dell’anticipazione Iva, così come alle imprese è stato consentito di scegliere i prezzari più aggiornati. Con il Ministero della Cultura stiamo cercando anche di affrontare e risolvere l’annoso problema delle carenze di organico delle Soprintendenze che oggettivamente determinano un affaticamento delle procedure. È prossima la sottoscrizione di un protocollo mirato a questo obiettivo".

Quando potremo vedere tutte le persone fuori dalle casette?

"Ci sono più di 14mila nuclei familiari che, tra Sae, Cas e Mapre dopo sette anni abitano ancora fuori casa. Almeno 30mila persone. Non è accettabile. Il tempo perso non si cancella, ma la priorità che ci siamo dati è questa; a cominciare dal deposito dei progetti di ripristino riconducibili proprio ai nuclei che hanno perso l’abitazione dove risiedevano".

Con il piano Boeri e la vittoria al Tar il territorio di Arquata potrà finalmente rinascere. Quali sono le sfide principali?

"Prima mi chiedeva quali fossero le maggiori difficoltà da superare. Ecco, a esempio, la ricostruzione di Arquata interessa un intero paese dove il terremoto ha cancellato tutto: servizi, strade, lo stesso basamento su cui erano presenti le edificazioni. La decisione del Tar Marche che ha riconosciuto la vittoria di un territorio, ha consentito all’Ufficio Speciale di non arrestare l’attività di progettazione degli interventi di ripristino delle opere di urbanizzazione nelle frazioni di Arquata così come previsto nei Piani Urbanistici Attuativi predisposti con il contributo dell’architetto Boeri. Contestualmente è nella fase conclusiva il progetto che interessa Arquata capoluogo redatto sempre dall’Usr con il supporto della Fondazione Eucentre. Questi due filoni di interventi consentiranno la rinascita del comune marchigiano maggiormente devastato. La massima attenzione è riversata sul rispetto dei tempi che devono conservare il ritmo che è stato impresso negli ultimi otto mesi".

Dal lavoro al turismo, cosa serve al cratere per ripartire?

"Serve una visione strategica che sviluppi indirizzi coordinati sulle tematiche portanti: sicurezza, servizi, economia, sostenibilità, energia, sviluppo, arte, cultura, sport La tragedia del 2016 ha colpito aree già toccate in modo severo dalla crisi economica e produttiva. I territori del cratere soffrivano già da lungo tempo di un progressivo processo di spopolamento, di una crisi economica e occupazionale allarmante e di una accentuata carenza di infrastrutturazione: sia fisica sia digitale".

Quanto è importante la viabilità? Quali sono gli investimenti sulle strade?

"Infrastrutture fisiche e digitali sono essenziali per la ripresa, oltre alla ricostruzione. Reti e connessioni, strade e digitalizzazione. La chiave del futuro è questa. Per migliorare l’accessibilità viaria del cratere abbiamo sviluppato un piano molto significativo che ha consentito già di pubblicare bandi per 1,3 miliardi. Da Caldarola ad Ascoli, via Sarnano, Amandola, Comunanza, Mozzano (dove i lavori sono in corso) e dalla Città delle Cento Torri sino a Teramo, attraverso la direttrice Ancarano, San Onofrio, per giungere a L’Aquila. Il Pnrr non ha finanziato strade. Ad Ovest il piano prevede la riqualificazione della Salaria verso Roma e della 3 Valli verso Perugia. L’obiettivo è uscire dall’isolamento che da decenni e prima ancora del sisma affliggeva i territori dell’Appennino Centrale".

La galleria a Trisungo quando sarà pronta?

"Sul primo lotto i lavori sono in corso. A luglio il Ministero dell’Ambiente ha finalmente approvato la rimodulazione del piano terre da scavo e questo consentirà una significativa accelerazione dei lavori, specie per i tratti all’aperto. Per Trisungo l’ultimazione lavori del primo lotto è prevista verosimilmente per novembre 2024. Aggiungo per dire che finalmente abbiamo ’messo mano’ anche alla Acquasanta-Quintodecimo, cioè il secondo lotto dei lavori di Trisungo, di cui si dibatteva da 30 anni. E’ in corso di formalizzazione la VIA da parte del Ministero dell’Ambiente mentre la conferenza dei servizi si è già svolta con esito favorevole. L’intervento è già stato appaltato in deroga e, Ministero dell’Ambiente permettendo, i lavori protrano iniziare entro l’anno".

Qual è il bilancio di questi primi mesi da commissario alla ricostruzione?

"Sono soddisfatto, nonostante le ricordate difficoltà. I dati sulla ricostruzione privata ci dicono che nel primo semestre 2023 sono stati erogati alle imprese che lavorano sul sisma ben 611 milioni di euro ( +22% rispetto al primo semestre 2022 e +95% rispetto al primo semestre 2021). Nel solo mese di luglio appena trascorso abbiamo erogato 131 milioni di euro: di gran lungo il valore più elevato dal terremoto. Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, che per il 45% dei fondi assegnati non era neppure avviata, abbiamo introdotto un servizio di assistenza ai comuni e alle stazioni appaltanti che sono convinto sbloccherà il segmento più critico di ogni ricostruzione. All’esordio del mio impegno, ebbi a dire che mi riproponevo di passare ’dalle norme ai cantieri’. I circa 600 decreti emanati dal mio insediamento sono una testimonianza dell’operatività con la quale cerchiamo di assecondare la fase attuativa della ricostruzione. A ciò si aggiunga che in questi sette mesi abbiamo emanato, grazie alla collaborazione continua con le Regioni e i Comuni, 15 ordinanze speciali, 18 ordinanze ordinarie, e 23 ordinanze attuative del fondo complementare sisma".

Cosa le chiedono principalmente i sindaci e i cittadini delle zone del cratere?

"I 138 sindaci del cratere sono le sentinelle del territorio. Li ascoltiamo costantemente per semplificare le procedure. E’ così che abbiamo definito un nuovo protocollo con Anac, l’Autorità nazionale Anti-corruzione, per alzare l’asticella dei controlli preventivi, per snellire le procedure, senza perdere un briciolo di attenzione sulla legalità e la trasparenza. Abbiamo assicurato ai Comuni un servizio dedicato alle nuove norme del Codice degli Appalti. Proprio con questo aiuto concreto sono convinto che anche la ricostruzione pubblica potrà ripartire".

C’è un intervento che vorrebbe poter riuscire a portare a termine il prima possibile?

"Il primo obiettivo, come abbiamo detto prima, è fare in modo che tutti i 14mila nuclei familiari che ancora non sono rientrati nelle loro abitazioni lo possano fare. E poi vorrei vedere in quest’area del Paese, così ferita e martoriata, i segnali di una grande ripresa. L’area del cratere può diventare un laboratorio di collaborazione pubblico-privato, di collaborazione e di nuova governance tra Governo centrale, Regioni e Comuni, e di rinascita economica e sociale".

Come si può combattere lo spopolamento che sembra inarrestabile?

"Le persone restano dove possono trovare occasioni di vita: cioè lavoro, scuole, viabilità, connessione digitale. Ma anche cultura, sport, arte. Non a caso ho avviato contatti con il ministro per lo sport e la gioventù Abodi, con il museo di arte contemporanea Maxxi e il suo presidente Giuli, con il ministro per la cultura Sangiuliano. Non si tratta di inseguire il passato. C’è chi crede che la ricostruzione insegua un modello ’passatista’ di ’dov’era e com’era’. No, noi vogliamo cogliere l’occasione della ricostruzione per rilanciare un’area del Paese che è stata culla di civiltà e cultura ma anche di manifattura ed eccellenze artigianali. Da una tragedia deve nascere una grande occasione di rinascita. E’ possibile. Sta accadendo".

La Ferrovia dei due Mari resterà un sogno nel cassetto?

"L’articolo 73 ter del DL 73 ha stanziato in favore di RFI un contributo di 40 milioni per uno studio di fattibilità finalizzato anche al miglioramento dei collegamenti tra i capoluoghi delle Province dell’Italia centrale e Roma. Il mio obiettivo è, intanto, tirare fuori dai cassetti questo studio. ’Una lunga marcia inizia con un piccolo passo’".