
Nazario Agostini, legale di Valentino Perazzoli
Prosegue davanti al tribunale di Ascoli il processo a carico di Valentino Perazzoli, il sambenedettese arrestato a novembre 2022 per aver sparato colpi di pistola all’interno dell’autosalone dell’ascolano Alessandro Bolla. Una vicenda definita con l’ammissione ai lavori di pubblica utilità relativamente al reato di porto dell’arma, mentre per il reato di minaccia aggravata, il sambenedettese ha ricevuto dalla Procura di Ascoli l’avviso di chiusura delle indagini. Il procedimento giudiziario in corso sarebbe all’origine proprio dell’episodio avvenuto nell’autosalone di Bolla che aveva intrapreso un’azione civile per riavere 75.000 euro versati a Perazzoli quale acconto per l’acquisto di un appartamento all’interno del condominio ’Las Vegas’ sul lungomare di San Benedetto per il quale l’immobiliarista aveva vantato una procura a vendere firmata dalla proprietaria.
"L’affare non è stato concluso e io non ho riavuto i miei soldi" lamentava Bolla che, nel proporre l’azione civile con l’assistenza dell’avvocato Mario Ciafrè, all’epoca si è agganciato ad un decreto ingiuntivo riguardante un’automobile. Nel corso dell’ultima udienza è stato sentito proprio Bolla che ha confermato quanto già denunciato all’epoca. Secondo la magistratura, Perazzoli avrebbe indotto in errore Bolla facendosi versare fra marzo e aprile 2022 quattro bonifici per un ammontare complessivo di 75.000 euro. Due, di 10.000 euro ognuno, avevano come causale la citazione "caparra confirmatoria acquisto immobile"; altri due (per 55.000 euro) avevano come causale (fittizia, secondo l’accusa) l’acquisto di un’auto. Per farlo si era presentato come incaricato alla vendita per conto di una imprenditrice ascolana; l’appartamento, però, era già di proprietà di un’altra persona che l’aveva acquistato il 9 gennaio 2020, due anni prima dell’operazione avviata con Bolla che, ignaro, firmò una proposta di acquisto il 16 marzo 2022.
L’appuntamento presso un notaio di San Benedetto è stato però sempre rinviato da Perazzoli che nel processo è difeso dall’avvocato Nazario Agostini. Un aspetto, quest’ultimo, che è stato confermato da un agente della Guardia di Finanza che ha testimoniato. Ha riferito che l’appartamento in questione era già stato venduto due anni prima e che Perazzoli non aveva fissato alcun appuntamento dal notaio.