BEATRICE BUSCAROLI
Cosa Fare

Mostra del Guercino a Bologna: biglietti e orari

La rassegna in Pinacoteca è stata prorogata. Ma i suoi capolavori si possono ammirare anche a Ferrara, Cento, Piacenza e Mantova: sulle tracce del genio

'San Sebastiano curato da Irene' e la splendida 'Ortolana' di Guercino

'San Sebastiano curato da Irene' e la splendida 'Ortolana' di Guercino

Nacque fuori dalla "bella ed onorevolissima Terra di Cento", allora parte del Ducato di Ferrara; non ebbe veri e propri maestri ma, come tanti altri geni, da Michelangelo a Caravaggio, si formò guardando; viaggiando, seguendo inclinazioni che mutavano nel tempo. Prolifico, impetuoso, instancabile, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591 – 1666) a otto anni dipinse una Madonna sulla facciata di casa sua, convincendo i genitori a portarlo da un pittore locale, poi da un altro, poi a Bologna.

Negli stessi anni, un canonico di Cento, Antonio Mirandola, comincia a portare a Cento i bolognesi, per mostrare le opere che Guercino andava disseminando qui e là, nelle case dei nobili locali, dai Provenzali ai Pannini.

La mostra ‘Guercino nello studio’ (Bologna, Pinacoteca Nazionale, appena prorogata fino al 25 febbraio) ci conduce all’interno di una ‘stanza’ - come si diceva - affollata e operosa, una "brillante e specchiata macchina imprenditoriale che dura per tre generazioni – scrive Raffaella Morselli in catalogo –, il tempo limite per ogni impresa che si evolve intorno al capostipite".

Parenti, allievi, nipoti. A venticinque anni il giovane che fino a poco prima studiava solitario i capolavori dei suoi predecessori, i Carracci soprattutto, apre una bottega. Ventitrè allievi. Con uno di loro, Guercino compie gli affreschi di Casa Pannini, paesaggi, miti, storie di Armida e storie di Ulisse, che già mettono in luce la sua vena narrativa e il suo amore per la natura, boschi, radure, crepuscoli (ora allestiti nella sala dedicata a Guercino della Pinacoteca di Pieve di Cento Graziano Campanini). Poi Roma, con lo stesso Gennari, su richiesta addirittura di papa Gregorio XV, subito dopo aver lasciato uno dei maggiori capolavori della giovinezza, la commovente ‘Madonna del passero’ della Pinacoteca di Bologna dove in pochi palmi di pittura concentra la sua delicatezza, la sua intelligente visione della realtà.

La vicenda di questa bottega è dominata dalla presenza del maestro, ma affollata di talenti capaci di eseguire anche ottimi lavori in autonomia, come il tedesco Matteo Loves, Bartolomeo ed Ercole Gennari, l’amato fratello Paolo Antonio, specializzato in nature morte. Gli equilibri e i rapporti della bottega, così compressa tra copie, rivisitazioni, ruoli che cambiano nel tempo è testimoniata dalla ricchissima quantità di documenti che uscirono dallo studio di Guercino, primo fra tutti il celebre ‘Libro dei conti’ (già pubblicato e commentato da Barbara Ghelfi, seconda curatrice della mostra), cui si aggiungono lettere, ricevute, testamenti.

Se il cuore della rassegna bolognese è rappresentato da 12 dei 13 dipinti presenti nella Pinacoteca bolognese, capaci di delineare un vero e proprio periplo del suo stile, Paolo Antonio emerge con due delicatissime immagini, l’Ortolana e una Natura morta (entrambe in collezioni private) che dimostrano la qualità di questo autore cui Francesco Arcangeli dedicò un intenso e raffinatissimo articolo.

La fama e la qualità dell’opera di Guercino lo portano a continui viaggi: da Ferrara a Piacenza a Mantova a Roma, dove lascia uno dei capolavori dell’intero barocco emiliano, l’Aurora di Francesco Maria Del Monte, con la Visione di San Girolamo oggi al Louvre e l’immensa tela dedicata a Santa Petronilla.

Ma lo scrigno che raccoglie il maggior numero di opere del centese resta ancora a casa sua: riaperta dopo più di dieci anni dal terremoto, la Pinacoteca di Cento, intitolata a Guercino, ospita il maggior numero di opere dell’illustre concittadino, dal giovanissimo della Santa Caterina, al Cristo risorto appare alla madre, fino agli ultimi capolavori.

Guido Reni era morto a Bologna nell’agosto del 1642. Guercino, che già aveva ammorbidito i toni, placato i palcoscenici, rappreso le figure in una sorta di immortalità ante-litteram, corre a Bologna. Scomparso il primo pittore della seconda città dello Stato della Chiesa, Guercino, nello studio che oggi resta, dietro la Curia, accanto alla torre Prendiparte, ne prende le veci.

E le richieste aumentano, si moltiplicano, dai romani Colonna e Sacchetti ai tanti bolognesi. Continua a dipingere e a insegnare nella scuola di Ettore Ghisilieri. Gli ultimi quadri, da Forlì ad Ancora, sussultano di colori vivissimi che contrastano con l’immobilità delle figure, così l’Annunciazione della Collegiata di Santa Maria Maggiore di Cento, così l’Amor virtuoso del Prado. Aveva attraversato tutti i tempi, tutti i gusti, dalla giovinezza irruente alla sacralità romana, dall’interpretazione di Guido Reni alla fissità inquieta degli ultimi lavori. Guercino, 1591 -1666. Nascita e fine del Barocco.

La mostra

Aperta alla Pinacoteca nazionale di Bologna (via Belle Arti) il 27 ottobre scorso, la mostra ‘Guercino nello studio’ ha avuto, fino al 31 dicembre, oltre 21.800 visitatori, mentre le attività di approfondimento continuano a registrare il tutto esaurito. Per questo l’esposizione è stata prorogata fino al prossimo 25 febbraio. In tutto il 2023, compreso il primo periodo con la mostra ‘Giulio II e Raffaello’, la Pinacoteca ha avuto 99.850 visitatori, in crescita del 15,85% rispetto al 2022. Tra i dati più interessanti dell’anno, la crescita dei giovani tra i 18 e i 25 anni che costituiscono ora il 10 per cento dei visitatori.

Biglietti e orari

La mostra è aperta alla Pinacoteca di Bologna (via Belle Arti 56) da martedì a domenica e festivi con orario 9 -19. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Lunedì chiuso. Il biglietto interno costa 10 euro, l’ingresso è gratuito ogni pri a domenica del mese.

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