Banda dei Rolex tradita dai social: un arresto dopo il video con il bottino

Colpi in città e provincia, poi le ’trasferte’ in altre parti d’Italia. Ventenne romeno preso dai carabinieri .

Banda dei Rolex tradita dai social. Un arresto dopo il video con il bottino

Banda dei Rolex tradita dai social. Un arresto dopo il video con il bottino

Bologna, 7 febbraio 2024 – Prima faceva razzie di Rolex o altri orologi preziosi, strappandoli al polso delle vittime con astuta perizia e violenza; poi si faceva pure dei video da pubblicare sui social, in cui mostrava con orgoglio il ’bottino’ in compagnia di altri due amici, presunti complici.

È finito in manette con le accuse di rapina in concorso e tentata rapina, oltre che di lesioni, un giovane romeno di vent’anni, già noto alle forze dell’ordine proprio per furto di orologi preziosi; ed è caccia ad altri indagati che con lui avrebbero costituito la "banda dei Rolex", che la scorsa estate ha per qualche settimana preoccupato la città. I carabinieri hanno arrestato il giovane in provincia di Lodi, in Lombardia. Il pm è Giampiero Nascimbeni.

Sono due in particolare i colpi attribuiti alla banda, anche se i carabinieri stanno indagando pure su altri episodi: la rapina di un prezioso orologio Audemars Piguet, del valore di 30mila euro, e quella tentata di un Rolex.

Il primo caso è avvenuto in pieno centro, non lontano da piazza Aldrovandi, e fu all’epoca raccontato dal Carlino: la vittima un pensionato di 76 anni, stando alle ricostruzioni rese possibili da telecamere di sorveglianza e testimoni, era stata prima notata con il prezioso orologio al polso mentre pranzava seduta a un tavolino all’aperto di un bar della zona, poi pedinata e infine aggredita mentre si accingeva a entrare in casa. L’uomo era stato infatti preso a calci, pugni e graffi per potergli strappare il gioiello dal polso.

L’altra rapina, solo tentata questa volta, era avvenuta a Zola Predosa, dove un uomo era stato avvicinato da un giovane (poi riconosciuto nel ragazzo arrestato) che gli chiedeva l’ora in spagnolo, ma alla risposta fingeva di non capire e indicava di mostrargli direttamente l’orologio. Tutta una scusa per poi aggredire l’uomo, spingendolo contro un muretto e poi mordendolo alle braccia per fargli mollare la presa sull’orologio; la colluttazione però aveva richiamato l’attenzione di alcuni passanti e dunque il rapinatore aveva desistito ed era fuggito.

L’ipotesi degli inquirenti è che il gruppetto di rapinatori fosse specializzato in rapine di orologi di lusso e le mettesse a segno con serialità nel corso di vere e proprie trasferte, in tutta Italia e pure all’estero, toccando appunto Bologna tra agosto e settembre scorsi. In quello stesso periodo infatti si consumarono altri colpi simili, e le descrizioni dei giovani autori, dalla carnagione chiara e sulla ventina, potrebbe corrispondere a quella degli odierni indagati. In particolare si ricorda il colpo ai Giardini Margherita , quando un sessantaseienne si vide sottrarre uno speciale Rolex in edizione limitata del valore di 50mila euro, e quello tentato in via D’Azeglio, quando di prima mattina, nei pressi del tribunale, la vittima sessantenne fu addirittura scaraventata giù dal proprio scooter, mentre guidava, per potergli sfilare dal braccio il cronografo, e solo l’intervento di alcuni passanti scongiurò il peggio. In tutti questi casi, i colpi furono consumati in pieno giorno, con estrema precisione e con fulminea rapidità.

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