PAOLO ROSATO
Cronaca

Città 30, saltano i nervi. Attacchi al ministero, la giunta insiste: "Sassone inadeguato"

Summit a Roma, ok a un tavolo con l’Anci per l’applicazione delle regole. L’assessora Orioli contro il capo della segreteria del viceministro Bignami: "Un politico, non doveva esserci". La replica: "Vulnus? Vedremo al voto"

Bologna, 28 febbraio 2024 – Nuovo attacco da parte del Comune, stavolta accompagnato da un malcelato fastidio, al ministero dei Trasporti. Il bersaglio, ieri, è stato il capo della segreteria politica del viceministro Galeazzo Bignami (FdI), ovvero Francesco Sassone. ‘Reo’, per Palazzo d’Accursio, di aver partecipato, incaricato dal ministero per cui lavora, a un tavolo "tecnico" su una misura che ha precisi significati politici, bandiera del primo mandato di Matteo Lepore, come quella della Città 30.

A sinistra, l’assessora Valentina Orioli. A destra, Francesco Sassone
A sinistra, l’assessora Valentina Orioli. A destra, Francesco Sassone

Al tavolo c’era pure, peraltro, l’assessora Valentina Orioli del Comune (assieme al direttore generale Valerio Montalto e al dirigente Cleto Carlini), oltre a due assessori del Comune di Milano.

"Al netto degli elementi positivi rilevo come inappropriata la presenza del consigliere comunale Sassone – ha puntualizzato Valentina Orioli in una nota –, non prevista nella convocazione ufficiale e non si capisce a quale titolo. Ci risulta essere capo della segreteria del vice ministro Bignami, ma anche questa veste, al netto delle ovvie valutazioni di opportunità istituzionale, non ne giustificherebbe la presenza. Ancora una volta – ha rincarato la dose l’assessora –, FdI utilizza con scarsa trasparenza e per fini politici di parte ruoli istituzionali. La presenza di un rappresentante di partito a un tavolo di tecnici è un vulnus al quale prima o poi qualcuno sarà chiamato a rispondere".

L’attacco frontale a Sassone, che ha preferito non replicare, ha fatto seguito a un’altra sortita che ha creato un discreto irrigidimento a Roma, a opera del sindaco Matteo Lepore. Che nei giorni scorsi ha parlato degli ispettori del Mit, arrivati a Bologna per controllare l’utilizzo dei fondi del Pnrr per i cantieri tram, come persone "mandate dal Mit per minacciare i sindaci". Un bel clima.

Ieri a Orioli hanno risposto Stefano Cavedagna e Marco Lisei. "Comprendiamo che per Lepore sia difficile da accettare la presenza di FdI in ruoli chiave al governo nazionale, ma è bene che se ne faccia una ragione. Anche se continua a far finta che Bologna costituisca una sorta di Repubblica, magari di stampo sovietico, a parte", ha dichiarato il capogruppo di FdI in Comune.

Più duro il senatore. "Abbiamo appreso dal Comune che ai tavoli del ministero non possono sedere persone che hanno ruoli politici – ha sottolineato Lisei –. Allora viene da domandarsi, seguendo la stessa logica, cosa ci facessero ad un tavolo tecnico esponenti del Pd con nessuna competenza specifica sulla mobilità. Siamo certi e sereni che questo ‘vulnus’ lo risolveranno presto i cittadini bolognesi con il voto".

Sullo sfondo , purtroppo, quello che interesserebbe ai bolognesi e ai cittadini italiani in generale, ovvero il confronto tra i Comuni e il Mit sulle zone a 30 all’ora. Il summit di ieri ha partorito l’annuncio dell’ennesimo tavolo, al termine del quale dovrebbero arrivare delle ordinanze ‘rinnovate’, ovvero precisamente rispondenti alla Direttiva del Mit che ha di fatto vietato la ‘zonizzazione’ dei 30 all’ora, rendendo tassative le istruttorie strada per strada. Il confronto con Anci ci sarà per dare "criteri comuni" all’applicazione della Direttiva, hanno s pecificato sia Bologna in una nota, sia Porta Pia.

Il dato sostanziale è che il Mit ha tenuto il punto: la Direttiva ministeriale emanata a inizio mese è il totem, a quella e al Codice della Strada bisognerà uniformarsi nella sostanza. Anci si è allineata completamente a questa impostazione, mentre restio ad allinearsi resta il Comune, che di emanare nuovi atti – specie per tornare indietro su decisioni già prese – non ne ha assolutamente voglia.

Bisognerà capire se "in tempi congrui", come ha chiesto il ministero guidato da Matteo Salvini, Palazzo d’Accursio produrrà le ormai celeberrime istruttorie. Una disapplicazione della Città 30 sotto le Torri per ora non ci sarà, si proverà a trovare una quadra (quale?) grazie a quel confronto "cordiale" resuscitato ieri dalle parti (nelle note) e poi sepolto dagli strali a Francesco Sassone.