Coronavirus Emilia Romagna, milioni di test rapidi e stretta sullo sport

La Regione corre al riparo per frenare i focolai del virus soprattutto nelle residenze per anziani. Nel mirino palestre, piscine ed eventi

Coronavirus, l'Emilia Romagna pronta alla stretta

Coronavirus, l'Emilia Romagna pronta alla stretta

Bologna, 24 ottobre 2020 - Due milioni di test rapidi entro la prima metà di novembre, per cercare (soprattutto) di frenare i focolai nelle residenze per anziani. E la possibilità di misure restrittive se il Governo non ne firmerà altre entro il weekend.

L’Emilia-Romagna studia i dati della pandemia con attenzione e dopo il giorno nero di giovedì, ieri il conto della serva (888 nuovi positivi) ha aiutato il governatore Stefano Bonaccini.

Ma il lieve miglioramento non è un’illusione: per tutte le ultime 24 ore si erano rincorse ipotesi di ordinanze di aggravamento delle disposizioni dell’ultimo Dpcm anche nella nostra regione, e al momento tutto è fermo.

Bonaccini, però, è pronto a intervenire sulle attività non essenziali se Roma dovesse rimanere inerte.

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Al momento pare scongiurato un coprifuoco notturno, ritenuto poco efficace ai fini del contrasto della pandemia, mentre sarebbero palestre, piscine ed eventi a rischiare una stretta.

Si sta ragionando anche sull’attività sportiva, in particolare sugli allenamenti degli sport di contatto, ma la decisione di alcune federazioni di rinviare la partenza dei campionati (non ultima quella di pallacanestro per le griglie dalla B in giù) potrebbe servire intanto come prima soluzione-tampone.

Resterebbe poi il tema della scuola, con la quasi certezza – se la curva dei contagi dovesse continuare a salire – della didattica a distanza nelle superiori, oltre a un cambio negli orari di ingresso degli istituti. La sicurezza, comunque, è che fino all’inizio della settimana prossima l’Emilia-Romagna non dovrebbe prendere provvedimenti restrittivi.

"Un lockdown generale il Paese non lo reggerebbe", ha detto ieri Bonaccini.

Aggiungendo poi: "Sul fatto che nessuno voglia un nuovo lockdown, che si trasformerebbe in una pandemia economica e sociale, c’è uniformità di vedute tra Governo e Regioni".

Il vero nodo è che le regioni si stanno muovendo in ordine sparso sui temi anti-Covid: "Più sono uniformi le scelte e più è facile dare risposte univoche ai cittadini. E’ chiaro che sta crescendo una situazione che preoccupa, ma le situazioni non sono uguali in tutte le Regioni, che hanno il potere di applicare un’interpretazione più restrittiva del Dpcm con le loro ordinanze – aggiunge Bonaccini –. Noi lavoriamo, ad esempio, per garantire più presenza possibile a scuola, però viviamo nel mondo reale e non in quello ideale e dobbiamo essere tutti pronti a fare scelte per ridurre il contagio il più possibile".

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Il governatore insiste: "Io penso che la scuola sia meglio farla in presenza. Regioni e Governo hanno deciso insieme che elementari e medie devono essere assolutamente in presenza, mentre per le superiori si può valutare o di aumentare la didattica a distanza, che in parte in parte si fa già, o differenziare gli orari. Io cerco di far andare gli studenti a scuola, dopodiché ogni giorno facciamo riunioni per valutare e capire la situazione".

Ieri è esploso a Bologna il tema del trasporto pubblico, ad esempio, con un esposto a Nas e prefettura degli autisti che contestano le eccessive presenze sui bus, regolamentate però da norme nazionali e ora anche da una app che garantisce lo stop in caso di sovraffollamento.

Nella strategia della Regione contro il virus, saranno anche i test rapidi ad avere una parte importante. Bonaccini annuncia "due milioni di tamponi rapidi a inizio novembre: "Si parte subito con scuole, ambienti di lavoro a rischio e parenti degli ospiti delle case residenze per anziani. Vogliamo continuare a fare prevenzione e controlli, tracciando e cercando anche gli asintomatici. Responsabilità e rispetto rigoroso delle regole: facciamo ciò che dobbiamo e facciamolo tutti".

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