Dopo la chemioterapia fa giocare i bimbi malati: “Una ‘cura’ per loro e per me”

Michele Mariani, 56 anni di Pesaro, tre volte alla settimana arriva al Sant’Orsola di Bologna per le terapie. “Donare sorrisi è la mia forza: mi ha evitato effetti collaterali”

Michele e una delle bimbe ricoverate

Michele e una delle bimbe ricoverate

Bologna, 26 aprile 2024 – Non appena finisce la seduta di terapia oncologica va nel reparto di Pediatria per far giocare e sorridere i bambini ricoverati.

Michele Mariani, 56 anni, pesarese, receptionist in ospedale, tre volte alla settimana arriva al Sant’Orsola per effettuare le cure "per il mieloma multiplo contro il quale combatto dal dicembre 2017", come lui stesso racconta.

"Il mieloma mi è stato diagnosticato nel Natale del 2017, sono venuto al Sant’Orsola. Da lì è partito un pochino tutto, ero già un clown di corsia, quindi avevo la forza di stare vicino a bambini in situazioni gravi, faccio creazioni con i palloncini che piacciono moltissimo e portano allegria. Adesso la malattia è ripartita, anche questa volta sotto le feste natalizie – sottolinea –. Così da gennaio sono ripartite le terapie oncologiche che dovrò fare per un anno e il prossimo mese ci sarà il trapianto con le mie staminali. Ma la cosa importante è stato portare il benessere agli altri: aiuti le altre persone e allo stesso tempo dai forza anche a te stesso, stai dando un po’ di bene ad altri che soffrono, sono in ospedale. Gli studi stanno dimostrando che il sorriso è una forte cura alla depressione che ti distrugge fisicamente perché ti abbassa le difese. Piccole situazioni, quelle di un sorriso per un palloncino colorato, ma importanti per dare un aiuto alla medicina. Ho cercato di portare questo ‘benessere’ nei vari reparti, da quello dove sono ricoverate le donne malate di tumore a quello dei bambini".

Michele però cerca di portare un sorriso e qualche momento di leggerezza non solo nei piccoli, ma anche nel personale sanitario: "È molto pesante anche medici e infermieri vedere un bambino che non ce la fa. E porti gioia anche al genitore che vede il suo bambino stare bene. E anche a me dà una gioia enorme e sto meglio anche io. Appena finite le terapie, prima di iniziare ad andare dai bambini, stavo molto male, tornavo a casa e per ore era veramente dura. Invece ho visto che impegnandomi con i bimbi, anche se ero stanchissimo, mi dava un aiuto impressionante. È stato il ‘farmaco’ che mi ha evitato gli effetti collaterali alla sera. Donare è una forza".

Mariani vorrebbe portare avanti anche un progetto assieme ad altri pazienti adulti per portare forza e speranza anche a loro.

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