Museo Morandi, dove va? Ipotesi Palazzo Pepoli: tre ostacoli da superare e la causa sulla donazione

Il Comune valuta il trasloco nella sede attualmente di Genus Bononiae. I nodi: il destino della palazzina Magnani e quello del museo della città

Dove va il Museo Morandi. Ipotesi Palazzo Pepoli: tre ostacoli da superare e la causa sulla donazione

Dove va il Museo Morandi. Ipotesi Palazzo Pepoli: tre ostacoli da superare e la causa sulla donazione

Bologna, 29 febbraio 2024 – Rumors sempre più insistenti parlano dello spostamento del Museo Morandi dal MAMbo a Palazzo Pepoli, proprietà e parte del percorso di Genus Bononiae con il Museo della città, che però non figura tra i musei in cerca di gestori privati da parte della Fondazione Carisbo: anzi, pare certa una convenzione con Palazzo d’Accursio. La voce, che girava in città da giorni, è stata ripresa l’altro giorno anche dai Cobas, che hanno criticato questo tipo di operazione.

Sulla strada di questo progetto, sorgono spontanee varie domande: prima tra tutte quella che riguarda Palazzina Magnani, acquistata dal Comune anni fa proprio per trasferire in via Azzo Gardino il museo Morandi con la più grande collezione pubblica di opere del grande maestro bolognese, che dal 2012 ha lasciato Palazzo d’Accursio, dove era stato inaugurato nel 1993 alla presenza di Maria Teresa Morandi, sorella del maestro, a cui si deve una donazione di ben 120 opere del fratello oltre a due piccole sculture realizzate da Morandi bambino, agli arredi dello studio, alla biblioteca, alla collezione di opere d’arte antica. Mentre si attendono risposte da Palazzo d’Accursio nascono altre riflessioni interrogative. E se davvero il museo Morandi trovasse casa a Palazzo Pepoli, cosa ne sarebbe del Museo della città? E cosa ne pensano gli eredi di Giorgio Morandi, ovvero i Maccaferri, parenti da parte della madre Maria?

Un’opinione a proposito ce l’ha Elisabetta Brunelli, presidente del Comitato per il ripristino del Museo Morandi a Palazzo d’Accursio, che nel 2017 ha intentato una causa civile di primo grado sul mancato ricollocamento delle opere del Museo Morandi a Palazzo d’Accursio, come da volontà delle sorelle del pittore. "Penso che per il Comune – spiega Brunelli – sia controproducente, anche giuridicamente, nella fase processuale in cui siamo, perché il Museo Morandi era a Palazzo d’Accursio: con la scusa del terremoto hanno voluto spostarlo al MAMbo e in tutta la procedura, compresa anche l’ultima udienza, il Comune chiede di mantenerlo al Mambo".

E prosegue: "Le domande giudiziali in tribunale sono uno spostamento in quella sede e continuare a cambiare sede, dal MAMbo all’acquisto della Palazzina Magnani, che affligge le casse pubbliche e sui cui non è mai stata svolta alcuna attività di ristrutturazione, per accogliere il museo, oltre a quello che si sente su Palazzo Pepoli e Genus Bononiae, ovviamente è dimostrazione che l’amministrazione utilizza il museo per sue scelte di investimenti immobiliari di cui non c’è bisogno, soprattutto per una questione economica, perché una sede già c’era".

"La scelta di dove sarà posizionato – conclude Brunelli – spetta alla magistratura perché c’è in corso un’attività di accertamento e il Comune non può decidere di modificare finché non sarà posta la parola fine all’accertamento. Siamo al penultimo capitolo: c’è ancora la possibilità della Cassazione per chi sarà soccombente". Brunelli afferma anche che "martedì scorso gli stessi eredi si sono costituiti in giudizio, soprattutto Marilena Pasquali, e tutti all’unanimità sono stati decisivi per questo secondo grado della causa, confermando che le volontà della donatrice e intestataria dei beni fosse un lascito condizionato a che fosse realizzato il museo a Palazzo d’Accursio. La volontà di rendere pubbliche queste iniziative non ha alcun significato".

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