Iis Belluzzi devastato, studenti come furie: cattedre e porte rotte. Valditara: "Inaudito"

Salta la mediazione sull’occupazione e un gruppo di violenti si sfoga. Il blitz rende temporaneamente inagibile un blocco, lezioni sospese. Il ministro indignato: "Auspico un intervento deciso delle autorità" .

Bologna, 23 aprile 2024 – Più che un’occupazione, una devastazione. Mattinata di assurda violenza, con scene da guerriglia urbana, se non fosse che tutto è accaduto dentro l’Iis Belluzzi Fioravanti, dove il tentativo di bloccare le lezioni e la mediazione del preside Vincenzo Manganaro scatena la furia di una quindicina di studenti che devastano almeno un paio di piani del corpo centrale dell’istituto di via Cassini.

Una distruzione che obbliga gli studenti del ‘centro’ a restare a casa per inagibilità del blocco chiuso per pulizie e verifica dei danni. Al contrario andrà in classe chi fa lezione nei blocchi B1 e B2. Subito arriva la solidarietà, al preside e ai prof, e la condanna di Daniele Ruscigno, delegato alla Scuola per la Città metropolitana. Condanna anche Azione.

Iis Belluzzi devastato. Studenti come furie: cattedre e porte rotte. Valditara: "Inaudito"
Iis Belluzzi devastato. Studenti come furie: cattedre e porte rotte. Valditara: "Inaudito"

Interviene il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: "Atti come quello di Bologna non solo ripropongono la distruzione di un bene pubblico come una scuola, ma per di più lo fanno in un momento, la fine dell’anno scolastico e il conto alla rovescia per la maturità, in cui il diritto allo studio e a poter frequentare proficuamente la scuola è più che mai da salvaguardare. Per tutte queste ragioni auspico un intervento deciso e risoluto da parte delle autorità preposte".

Riportiamo indietro le lancette. Che al Belluzzi Fioravanti, il Collettivo volesse occupare lo si sapeva da giorni. La piattaforma è: no alla riforma Valditara che incide proprio sull’istruzione tecnica e investimenti per laboratori ed edilizia. La protesta scatta prima della campanella. Cori e agitazione. Dentro non si entra.

Una delegazione di due ragazze (interne) va dal preside per la trattativa. Manganaro propone di trasformare l’occupazione in autogestione, ma dalla prossima settimana. Non si trova la quadra.

Un punto di incontro c’è: gli occupanti avrebbero lasciato che le quinte potessero sottoporsi alle simulazioni per la maturità e che si tenessero gli esami per le certificazioni di lingua. Qualcosa va storto.

Qui le ricostruzioni divergono: alcuni ‘adulti’ parlano di più ragazzi che, per distrarli, prendono a calci la vetrata di ingresso (lesionata). Gli studenti riferiscono di un ragazzino che prende a calci la vetrata. Sia come sia, un gruppo di violenti si stacca dalla massa. Percorre la rampa che porta al primo piano ed entra.

Il preside parla di una catena tagliata, gli studenti di una porta sfondata. La dinamica di ingresso non cambia le conseguenze: furia pura. Estintori aperti, una nuvola tossica avvolge i ragazzi che si coprono il volto; banchi e sedie volano giù dalle finestre; cattedre spaccate; due computer rubati e sgorbi ovunque sui muri. Una voglia insana di spaccare tutto.

La sirene suonano all’impazzata. I video, girati dagli stessi studenti, mostrano dei bulli violenti. I rappresentati di istituto vogliono salire per placare i compagni, ma vengono fermati dai prof e raccontano: "Ci hanno minacciato".

Il clima è tesissimo. Tutto accade in mezz’ora o poco più. Poi la calma. Accorrono la polizia e la Digos, inevitabile la denuncia del preside. Le ipotesi di reato vanno dal danneggiamento aggravato al furto all’interruzione di pubblico servizio.

Le 28 telecamere del Belluzzi Fioravanti saranno fondamentali al pari dei video per individuare i colpevoli.

I rappresentanti di istituto condannano l’episodio: "Si sono comportati come vandali. Hanno agito da delinquenti. Questi atti di vandalismo non hanno niente a che vedere con la protesta degli studenti".

Ritengono, però, ingiusto "avere deciso di tenere chiusa la scuola" e che il preside "se avesse avuto un approccio meno rigido", avrebbe potuto permettere di occupare. In questo modo gli studenti avrebbero gestito la protesta.

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