Bologna, 29 giugno 2021 - Duecento metri, in una leggera salita, separano casa di Chiara Gualzetti dalla collina di grano arso sotto l’Abbazia di Monteveglio. E’ qui, in questo posto bruciato dal sole che ieri pomeriggio alle 16 dopo una giornata interminabile di ricerche, i volontari coordinati dalla Prefettura e dai carabinieri hanno trovato il corpo senza vita della ragazzina. Appena 15 anni.
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Chiara era tra l’erba, indossava ancora gli short e la t-shirt nera che aveva domenica mattina quando, senza dire niente, era uscita di casa in compagnia di un amico (che ha poi confessato il delitto). Il suo volto di bambina e i capelli a caschetto che non riescono a coprire il collo squarciato da uno, più tagli e molti lividi sul corpo. Una scena orribile, quella che si è mostrata ai primi soccoritori che hanno subito allertato i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale.
Quando la notizia è arrivata nella casa col giardinetto dove l’adolescente, figlia unica, viveva assieme ai genitori, è come se in quel momento si fosse fermata l’aria. E un cordone di militari dell’Arma, polizia municipale e vigili del fuoco si chiude a proteggere questa famiglia spezzata da una morte assurda di cui ora i carabinieri, coordinati dal pm Marco Imperato, stanno cercando di ricostruire ogni terribile tassello.
Cosa le è successo, fra le 9 di domenica mattina e ieri? Con chi Chiara si è allontanata per passare una domenica che per lei sarebbe stata l’ultima? Lo stanno chiarendo i militari che stanno ascoltando nella caserma di Bazzano tutti gli amici e le persone che erano state nelle ultime ore in contatto con la ragazzina. In particolare, un suo amico di 16 anni è stato fermato per omicidio premeditato: il ragazzo ha confessato, nella sua casa è stato sequestrato un coltello.Inquirenti che scavano anche negli ultimi giorni dell’adolescente, tra chat (alcune delle quali il ragazzo aveva cancellato dal telefono), telefonini e computer. Un sorriso timido, di quelli che si aprono più facilmente difronte allo schermo di uno smartphone che con un’amica. Chiara ai social raccontava, come fanno i ragazzi oggi, tra un TikTok e una foto di Instagram, le sue passioni, le sue giornate, le sue amicizie e i suoi amori.
E ancora: "Mi dicono che ho un bel corpo, che sono intelligente e bella... E va sempre a finire che lo dicono per approfittarsi del mio corpo e della mia intelligenza... Oppure spariscono perché si stancano di provare a usare il mio corpo e si stancano della mia intelligenza". Uno sfogo, un grido d’aiuto. Ma neppure al più attento dei genitori o degli insegnanti questi messaggi sarebbero bastati a immaginare l’orrore in cui, senza colpa, la quindicenne è precipitata. Ieri sera, gruppi di ragazzini dell’età di Chiara facevano su e in giù davanti alla caserma dei Carabinieri di Bazzano.
"Poche parole per esprimere tutta la nostra gratitudine alle forze dell'ordine, alla protezione civile e a tutti quelli che hanno partecipato sia materialmente che moralmente. Grazie": lo scrivono sul profilo Facebook, Vincenzo e Giusi, i genitori di Chiara Gualzetti.