Omicidio di via Larga Bologna: torturato a morte, l’agonia del giovane pusher

Il marocchino colpito da venti fendenti. A breve la convalida del fermo del presunto killer, caccia ai complici

Bologna, 15 luglio 2022 - Legato, accoltellato, con ogni probabilità seviziato. Un omicidio cruento, quello del ventenne marocchino trovato senza vita martedì all’alba in uno stabile abbandonato delle Ferrovie in via Larga, zona San Donato.

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I rilievi effettuati nello stabile in via Larga 44
I rilievi effettuati nello stabile in via Larga 44

Il giovane, la cui identità precisa resta un mistero dati i numerosi alias con cui era noto sul territorio nazionale (aveva precedenti per spaccio) era nudo, legato e col corpo trafitto da una ventina di coltellate. L’esito dell’autopsia arriverà presto e potrà fare chiarezza sul fendente mortale e quali invece abbiano solo martoriato la vittima. Il corpo non ha subito mutilazioni.

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Nel frattempo, rimane detenuto nel carcere di Sanremo, in Liguria, il diciannovenne tunisino fermato ieri l’altro in stazione, già diretto verso il confine con la Francia: secondo gli inquirenti, è lui il killer del marocchino. A suo carico, gravissimi indizi di colpevolezza, fanno sapere Procura e carabinieri, scaturiti non solo da impronte e tracce rinvenute sul luogo del delitto, ma anche dalle testimonianze raccolte durante le indagini. A breve, il tunisino dovrà sostenere l’udienza di convalida del fermo davanti al gip del tribunale di Imperia.

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L’ipotesi – dati anche i precedenti per droga della vittima – è che il movente dell’omicidio sia un regolamento di conti legato al mondo degli stupefacenti. Una ritorsione tra spacciatori di piccolo calibro, che vivevano abusivamente e in condizioni di estremo degrado all’interno dello stabile fatiscente. Stabile di cui alcuni accessi sono stati murati, ieri: l’intervento era già previsto da tempo, ma è stato anticipato dato il tragico accaduto.

La vittima aveva sul corpo una ventina le coltellate: non si esclude siano state sferrate da più di una mano. Infatti i carabinieri sono tuttora alla ricerca di eventuali complici dell’assassino e a questo scopo stanno tentando di ricostruire chi bivaccasse stabilmente in via Larga 44. Occupanti abituali tra cui non c’era il marocchino, riconosciuto solo grazie alle impronte digitali dato che non era mai stato fotosegnalato in città durante gli sgomberi periodicamente eseguiti dagli agenti della Polfer. L’enorme edificio abbandonato un tempo ospitava un centinaio di uffici delle Ferrovie e si estende su una vasta area delimitata dai binari riservati al collaudo di nuovi treni. Da anni ormai è un rifugio per sbandati. Giacigli arrangiati alla bene e meglio sono stipati soprattutto al primo piano dell’edificio.

Racconta un residente del condominio accanto, che si affaccia proprio sull’area dismessa e cui i militari martedì hanno chiesto i video delle telecamere di sicurezza, senza però trarne elementi utili: "Non c’è via vai di persone che sembrino acquirenti di droga – garantisce –. Mi è capitato una volta di trovare due balordi che si drogavano nel nostro parcheggio, ma nessuno ci ha mai dato particolari problemi. Martedì scorso? Non ho visto né udito nulla. Non ho mai neppure assistito a liti o risse, in quegli spazi".

 

 

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