Patrick Zaki 'torna' a Bologna in video: "E' una città che ha fatto tanto per me"

È il messaggio che lo studente egiziano di Unibo ha rivolto a Bologna, intervenendo in collegamento alla presentazione all'oratorio San Filippo Neri del fumetto dedicato a lui

Bologna, 5 febbraio 2022 - Sulla copertina la stessa immagine del poster che, ormai da due anni, è posizionato sotto le due Torri. All’interno, più di cento pagine ricche di vignette, la tecnica artistica con cui il disegnatore e attivista Gianluca Costantini e la giornalista Laura Cappon hanno deciso di ricostruire la storia di Patrick Zaki.

Patrick Zaki (foto Ansa)
Patrick Zaki (foto Ansa)

L’opera di graphic journalism, realizzata in tempo reale, dal titolo “Patrick Zaki: una storia egiziana”, è volta ad approfondire e far riflettere sulle drammatiche vicende svoltesi durante i ventidue mesi in cui lo studente era detenuto. Ma durante la presentazione del libro, tenutasi oggi all’oratorio San Filippo Neri, il volto di Zaki non si è limitato ad essere rappresentato solo in versione fumetto.

In video collegamento, anche il vero protagonista della storia ha potuto salutare, da lontano, il pubblico. “Sono contento di essere con voi oggi, in collegamento con la città di Bologna - dice Zaki -. Voglio ringraziare ogni persona che ha contributo alla stesura di questo libro: la letteratura e l’arte sono stati per me importanti durante la prigionia”.

“Sono strumenti che ci permettono di ricordare ciò che non deve venire dimenticato - aggiunge -. Il mio caso, infatti, ne è una testimonianza, perché l’arte ha contributo a riportarmi in libertà, anche se parzialmente. Ne aspetto una copia”. Dopo i saluti di Patrick, visibilmente commossi anche i due autori.

“Tanti anni fa avevo deciso di fare del fumetto una realtà concreta, ma non mi aspettavo diventasse uno strumento così imponente. È la prima volta che un prigioniero, uscito dal carcere, mi sottolinea quanto l’arte sia fondamentale - sottolinea Costantini -. Io e Patrick abbiamo vissuto in simbiosi senza conoscerci per un anno intero, dove ho sostituito con i disegni la sua presenza fisica. Adesso è tornato in libertà e ho avuto l’occasione di vederlo, anche prima di stasera, in videochiamata, per poterci parlare: è stato strano, perché anche io lo identificavo ormai come un disegno”.

“Le persone che vengono imprigionate hanno bisogno di essere ricordate, così come è successo in tanti altri casi che ho seguito nel mondo - conclude -. Poter vedere Zaki, anche solo in video, è un vero e proprio ritorno seppur da lontano: poterlo salutare durante questa presentazione ci fa sentire la sua vicinanza più che mai”.

Edita da Feltrinelli, l’opera è stata realizzata in tempo reale: dai disegni, alle interviste fino agli approfondimenti, il volume è destinato a fare discutere e riflettere sul suo lungo periodo di detenzione. “Un saggio? Sarebbe stato noioso - spiega Cappon - Abbiamo preferito valorizzare il lato umano attraverso un disegno che creasse empatia, per raggiungere così più persone possibili. I lettori conosceranno Zaki e quelli che sono i suoi valori: era impossibile, infatti, non contestualizzare la sua storia, puntando i riflettori anche sulla sua infanzia, sull’Egitto e su un momento storico irripetibile".

Così anche Riccardo Noury di Amnesty International. “Quest’opera ha una grande importanza. Mette insieme il meglio del giornalismo e il meglio del disegno per comporre un volume a più livelli. Viene raccontata la storia giudiziaria di Patrick, ma anche quella della sua vita e delle persone intorno a lui e dell’Egitto. È uno strumento potente”.

“Patrick è venuto a studiare qui perché Bologna fa della cultura umanistica un punto di riferimento importante - aggiunge Rita Monticelli, coordinatrice del master dell’Unibo cui è iscritto Zaki -. Questa città è un terreno sempre pronto a sostenerlo, con la speranza di vedere pubblicato presto anche un libro sul suo ritorno”.

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