
Enrico Postacchini (a destra, nella foto datata 2006), insieme con Bruno Filetti, allora presidente Ascom, e Cristina Chiabotto, eletta Miss Italia due anni prima
Bologna, 15 agosto 2023 – Enrico Postacchini, presidente di Ascom Confcommercio Bologna, conosceva molto bene Bruno Filetti, scomparso domenica, a 82 anni, a seguito di un malore improvviso che lo ha colto mentre nuotava in mare, a Numana. (I funerali si terranno a Bologna, in forma privata). Postacchini gli subentrò nel 2008 proprio al vertice dell’associazione commercianti di Palazzo Segni Masetti, in strada Maggiore, quando Filetti prese il timone della Camera di commercio.
Presidente Postacchini, quando incontrò Filetti la prima volta?
"Erano i primissimi anni Ottanta, sempre in casa Ascom. Io guidavo i giovani dell’associazione, lui la sua federazione, quella dei mediatori merceologici".
Poi, nel 1999, Giorgio Guazzaloca, dopo la clamorosa elezione a sindaco, lascia la presidenza dell’Ascom..
"Bruno Filetti viene eletto presidente e io divento uno dei suoi vice in giunta. Ero della stessa cordata. Da lì in poi il nostro rapporto si consolidò".
Molti lo ricordano come ‘persona d’altri tempi’. Concorda con questo ritratto?
"Beh, era senz’altro una persona di parola, di cui ti potevi assolutamente fidare".
Come si lavorava con lui?
"Era severo con se stesso e con gli altri. Molto franco, di carattere all’apparenza ruvido, sotto questo punto di vista poteva anche spiazzare chi non lo conosceva".
Siete stati solo colleghi o anche amici?
"Posso dire di essergli stato sinceramente amico. Andavamo molto d’accordo. E oggi posso dire di avere imparato molto da lui"
Qualche ricordo personale?
"Spesso mi invitava a pranzo a casa sua. Io e lui da soli. Era rigoroso anche nel mangiare: risottino, pasta in bianco, verdure...".
Di che cosa parlavate?
"Un po’ di tutto. Ci confrontavamo sulla città, sulle cose da fare. C’era un senso di familiarità che mi piaceva. Sentivo di godere della sua fiducia, e mi faceva piacere".
È capitato anche di recente?
"No, era una consuetudine dei primi anni della mia presidenza in Ascom. A quel tempo lo vedevo come qualcosa di più di un fratello maggiore. Aveva 17 anni più di me, mi piaceva chiamarlo affettuosamente ‘lo zio’".
Che presidente è stato, per l’Ascom?
"L’aspetto più rilevante è stata, a mio parere, la riorganizzazione della gestione".
In che senso?
"Ha impresso all’Ascom un’impronta più aziendale, che non guastava. Diciamo che, al di là del fronte puramente sindacale, curò molto l’aspetto della patrimonializzazione, degli investimenti dell’associazione. Un merito che, forse, nel tempo non gli è stato riconosciuto a sufficienza".
Quando aveva visto Filetti l’ultima volta?
"In giugno, in occasione del Consiglio generale dell’Ascom. Bruno era ancora molto attivo, in federazione, in Borsa merci, nell’azienda di famiglia, la Bagal Bologna. In un certo senso era ancora giovane, anche a 82 anni. Anche per questo la sua improvvisa scomparsa mi ha colto davvero impreparato. E mi addolora ancora di più".
Come Ascom pensate di ricordarlo, in qualche modo?
"Ne parlerò con la famiglia, con la moglie Misa e i figli Valerio e Alessio. Che cosa fare lo decideremo insieme".