FEDERICA GIERI SAMOGGIA
Cronaca

Ragazzi, fragilità in aumento. I presidi fanno quadrato: “Nessuno studente va perso”

Buonomo (Fermi): "Nel post Covid c’è stato un peggiornamento delle crisi adolescenziali". Crescono abbandoni e ri-orientamenti. Gambetti (Galvani): "L’insuccesso non è contemplato"

Ragazzi sempre più fragili, a volte incapaci di gestire l'insuccesso scolastico
Ragazzi sempre più fragili, a volte incapaci di gestire l'insuccesso scolastico

Bologna, 9 ottobre 2023 – "Stiamo vivendo il periodo peggiore dopo il Covid: la fragilità di ragazzi è aumentata in modo esponenziale".

È un coro unanime tra i dirigenti delle superiori, che, oltre a gestire i loro licei, si trovano a dover fare i conti con crisi d’ansia o di panico, depressioni, disturbi alimentari. "I nostri collaboratori scolastici – rivela il preside del liceo Fermi, Fulvio Buonomo –, sono la nostra prima linea d’intervento, anche loro hanno imparato a fronteggiare queste situazioni di forte disagio. C’è stato un peggioramento delle crisi adolescenziali".

Portando anche ad abbandoni o ri-orientamenti con traslochi in altri istituti con indirizzi di studio differenti. Fragili, fragilissimi gli adolescenti 2023.

"Certo nel post Covid il fenomeno si è accentuato, ma la pandemia c’entra in parte", esordisce la preside del liceo Sabin, Rossella Fabbri che riadatta un proverbio africano: "’Per crescere un adolescente ci vuole un intero villaggio, ma, qui – aggiunge con tristezza –, il villaggio non c’è". La famiglia, prosegue, "è sempre più fragile, i genitori sono molto preoccupati per cause socio-economici". Dal canto suo, la società "propone modelli super competitivi e gli adolescenti, in mezzo, rimangono stritolati".

Basti pensare che "non hanno più tempo libero, fagocitati in mille attività. Difficile avere uno sviluppo emozionale armonico", avverte la dirigente. I ragazzi "stanno male. Stiamo assistendo a un significativo incremento di situazioni di disagio mentale". La fragilità dei ragazzi "è estrema – denuncia il preside del Fermi –. La pandemia, con l’isolamento, ha attutito tutto. Ai ragazzi manca lo sviluppo della socialità, la socializzazione degli apprendimenti".

Per non parlare dell’ansia da prestazione "avendo come riferimento dei modelli fisici e intellettuali estremi".

Il 5 in pagella li manda in crisi. Qui s’innesta un problema vecchio quanto il mondo: la corsa al liceo che non tiene conto delle inclinazioni dei ragazzi e che ha come ‘spingitori’ gli stessi genitori. Così i licei mettono in moto la macchina del ri-orientamento perché "nessuno studente va perso", avvertono i presidi.

Al Fermi sono 100 nulla osta, di cui una trentina i ri-orientati; al Sabin, una settantina di ragazzi del biennio.

Al liceo Galvani i nulla-osta, l’anno scorso sono stati un centinaio. "L’insuccesso non è contemplato: è la ‘nuova’ modalità educativa", chiosa amaro il preside Fabio Gambetti. "Il debito scolastico non si cancella per magia, occorre un po’ di fatica. Adesso con un 4 o un 5, vediamo implodere i ragazzi". Al liceo Arcangeli, "la fragilità ha fasce e modalità differenti", puntualizza la dirigente Maria Grazia Diana che si trova a gestirle addirittura al quarto o al quinto anno.

"Vogliono ritirarsi: cercano se stessi in un altro modo", spiega Diana. L’autonomia economica "rispetto alla famiglia" fa scattare questa ‘fuga’ dai banchi. Ma non solo. In via Marchetti, il flusso di chi spera di varcare la porta a vetri è costante. "Questi ragazzi hanno avuto problemi pregressi, ma non c’è stato alcun accompagnamento". Per non parlare della crisi economica delle famiglie che morde o della forte mobilità da altre regioni.

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