MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Omicidio di Anzola, l’amico della vigilessa uccisa: “Sofia trasparente e solare. Amava la vita e il lavoro"

Un’amicizia lunga 25 anni quella tra la 33enne e Francesco. Che la ricorda così: "Ha sempre inseguito i suoi sogni e li stava realizzando"

Sofia Stefani e Francesco Schiavone

Sofia Stefani e Francesco Schiavone

Bologna 21 maggio 2024 – "Sofia era una ragazza trasparente, che dava tutto per la vita e per l’amicizia". Con la voce commossa e spezzata, ancora sconvolta da quanto è successo giovedì pomeriggio, Francesco Schiavone, titolare di ’Il Mio Bar by Fra’ ad Anzola, ripercorre le tappe del suo legame con Sofia Stefani, la vigilessa uccisa dall’agente Giampiero Gualandi, che le ha sparato in pieno volto.

Sofia Stefani e Francesco Schiavone
Sofia Stefani e Francesco Schiavone

Schiavone, quando ha conosciuto Sofia?

"È un’amicizia di lunga data, pensi che ci siamo conosciuti venticinque anni fa".

Dove?

"Prima lavoravo in un bar a Zola Predosa, paese di Sofia. Ed è lì che ci siamo conosciuti, perché lei veniva a fare colazione dove lavoravo insieme alla sua mamma".

Com’era la vigilessa?

"Era una ragazza solare, sempre con il sorriso sulle labbra; una persona dolce e disponibile".

Quando l’ha vista l’ultima volta?

"L’ho vista circa venti giorni fa, per l’ultima volta. Era normale, non ho notato nulla di strano o di diverso: Sofia era sempre la stessa".

Cioè?

"Era una persona sempre di corsa, una ragazza che non si fermava mai, sempre in movimento".

Amava il suo lavoro?

"Lo amava eccome. Ha sempre seguito il suo sogno, riuscendo anche a raggiungerlo. Entrare nel corpo della polizia locale è sempre stata una sua passione. Ce l’aveva fatta, Sofia. E poi...".

Poi è stata proprio quella divisa a strapparle via la vita.

"Già, una cosa terribile".

Che idea si è fatto?

"Non so come sia andata, neppure quale sia la verità che c’è dietro questa tragedia. So solo che Sofia era una gran brava ragazza, trasparente".

Aveva mai sentito parlare di Gualandi, l’agente che l’ha uccisa?

"Mai. Non l’ho mai sentito nominare, nemmeno come collega o superiore. Ed è infatti questo che ci sconvolge di più, cioè il fatto di non saperne proprio nulla".

Ha sentito la famiglia?

"Ho sentito solo la mamma, ci siamo scambiati solo due messaggi. Il fidanzato Stefano, invece, lo conosco solo di vista. So che stavano insieme da molto tempo".

Ha qualche ricordo in particolare impresso nella mente?

"Non c’è una scena in particolare, si vedeva che mi voleva bene. Era una ragazza che dava tutta sé stessa per le amicizie e per la vita".