Umiliazioni e sigarette spente in viso: "Se ti ribelli, ti faccio picchiare". Condanna a cinque anni per l’ex

In un’occasione aveva incitato una coppia d’amici a pestare la fidanzata: otto mesi di pena per loro. Tormenti e insulti continui per la vittima, che fu pure costretta a sdraiarsi sopra all’urina del cane.

Manifestazione femminista contro la violenza sulle donne ’Non una di meno’, a Bologna lo scorso novembre

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Bologna, 29 marzo 2024 – Per due volte l’ha segregata in casa, chiudendola dentro a chiave. Un’altra, dopo averle tagliato con la forza le unghie fresche di manicure, in segno di sfregio, l’ha costretta a sdraiarsi per terra, nel punto in cui il suo cane aveva appena urinato. Per mesi l’ha insultata, umiliata, minacciata, arrivando persino a spegnerle mozziconi di sigaretta sul viso. Ha incitato una coppia di suoi amici (a loro volta finiti a processo) a malmenarla. Finché lei, quarantatreenne italiana, non ce l’ha fatta più: ha lasciato il suo aguzzino e l’ha denunciato.

Adesso, lui – 40 anni, pure italiano – è stato condannato in primo grado a cinque anni e tre mesi. Pesantissime le accuse: sequestro di persona, violenza privata, stalking e lesioni anche in concorso, aggravate dal legame affettivo con la vittima, costituitasi parte civile con l’avvocato Luca Portincasa.

Nei guai sono finiti appunto anche i due amici dell’uomo, una ventottenne e un trentunenne, entrambi condannati a otto mesi per lesioni. L’ex dovrà inoltre risarcire la vittima di 20mila euro; altri cinquemila dovranno essere versati da tutti e tre gli imputati.

Una sentenza pesante quella del giudice Claudia Gualtieri, a fronte di ben più miti richieste della Procura (assoluzione per il trentunenne, sei mesi alla donna e un anno e otto mesi per l’ex fidanzato): le motivazioni sono attese tra un mese.

La relazione tra la vittima e il quarantenne si è sviluppata nel corso del 2018; si trattava di una frequentazione saltuaria, con vari tira e molla. Finché, tra luglio e settembre di quell’anno, le cose sono precipitate e lui ha iniziato a essere violento, accanendosi sulla donna quando lei lo andava a trovare, nei fine settimana.

Tra le varie violenze, gli insulti e le denigrazioni, ecco l’aggressione "di gruppo". Innescata, stando alle ricostruzioni della vittima, dal fatto che lei avesse offerto di portare una bibita al trentunenne, mentre le due coppie erano a casa insieme. Il gesto avrebbe scatenato la gelosia dei rispettivi partner: la ventottenne in particolare si sarebbe scagliata contro la donna graffiandola, tirandole i capelli e mordendola.

Nel frattempo, il trentunenne l’avrebbe tenuta ferma, mentre il fidanzato li incoraggiava. Per giunta, nelle settimane successive, quest’ultimo le avrebbe pure ricordato a più riprese questo episodio, per spaventarla: "Se non fai come ti dico, ti faccio picchiare ancora dai miei amici". Alla fine, lei ha trovato il coraggio di denunciare. E lui è stato condannato. "Questo processo ha portato alla luce fatti deplorevoli – così riflette l’avvocato della parte offesa, Portincasa –. La severità della pena irrogata è proporzionata alla gravità dei fatti. Ritengo che sia stata fatta giustizia; in caso di impugnazione affronteremo l’appello con la stessa determinazione".

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