Uno Bianca Bologna, i familiari delle vittime presentano un esposto. “Riaprite le indagini: ecco perché”

Ludovico, il fratello di Mauro Mitilini, uno dei carabinieri uccisi nella strage del Pilastro: “Noi chiediamo solo la verità. Movente terroristico? Lo dicono i fatti”

Bologna, 24 maggio 2023 –  Ludovico, fratello di Mauro Mitilini, uno dei carabinieri uccisi nella strage del Pilastro della Uno Bianca, è tra i firmatari dell’esposto che verrà depositato domattina in Procura e con cui 14 firmatari dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca tramite il proprio avvocato Alessandro Gamberini chiedono la riapertura delle indagini sulla banda dei fratelli Savi.

"Noi chiediamo solo verità - ha spiegato Ludovico Mitilini –. I punti principali dell’esposto sono diversi e attraversano un po’ tutta la vicenda Uno Bianca dall’inizio alla fine, sono emerse situazioni inquietanti dagli atti. E noi chiediamo esclusivamente di approfondire. Movente terroristico? Lo dicono i fatti, nella fase cosiddetta terroristica, uccidevano senza bottino e  agivano seminando terrore nella popolazione. Questo lo dicono i fatti, non noi”.

Affermare che la banda della Uno bianca era solo "un gruppo di rapinatori sanguinari annidati nella Questura di Bologna significa violare la memoria”. È questo il presupposto sul quale si fonda l’esposto di 250 pagine presentato dai familiari delle vittime.

La tesi è che ci siano state e vadano accertati mandanti, ulteriori complicità e coperture, anche negli apparati dello Stato. Dietro alle azioni del gruppo guidato dai fratelli Savi (Roberto e Fabio, attualmente all'ergastolo come il fratello minore Alberto), ha detto il legale in una conferenza stampa, “ci sono stati depistaggi organizzati, e non dai Savi, ma all'interno di corpi dello Stato infedeli”. Alla "memoria violata ha contribuito una magistratura bolognese che si è esposta poco e male, ha chiuso indagini in modo frettoloso”, ha aggiunto Gamberini criticando duramente pm e giudici dell'epoca.

"Si trattò di una banda di terroristi il cui obiettivo era spargere panico nella popolazione; il potenziale di violenza omicida nelle azioni criminali è totalmente sganciato dalla necessità e visibilmente sproporzionato nonché, in molte occasioni, privo di qualsivoglia scopo di lucro”. Secondo l'esposto ci sono collegamenti con una trama eversiva "presente nel nostro Paese, il prolungamento di quella strategia della tensione che ha insanguinato l'Italia per un quarto di secolo”. Si chiede, tra l'altro, di riaprire le indagini sul brigadiere dei carabinieri Domenico Macauda, già condannato per calunnia, accertandone perlomeno la complicità nell'omicidio dei carabinieri Cataldo Stasi e Umberto Erriu, assassinati il 20 aprile 1988 a Castel Maggiore.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro