Azione commissariata, Forlani: “Ci cacciano per motivi di linea politica, in perfetto stile staliniano”

Bologna, l’ex segretario: “Non farò ricorso per non farmi prendere in giro dal collegio dei probiviri”. Se ne sono andati 15 membri della direzione cittadina su 25. “Forse qualcuno andrà in Italia Viva, io no”

Bologna, 3 febbraio 2024 - Tecnicamente non si può chiamare scissione, “perché non fondiamo un altro partito”, ma fuoriuscita di massa sì. Si parla di una quindicina di membri delle direzione cittadina (su 25) e una cinquantina di iscritti (su un totale di 200). Il futuro? “Forse qualcuno andrà in Italia Viva, ma per me al momento non c’è in vista un’altra collocazione partitica”.

L'ormai ex segretario di Azione a Bologna Andrea Forlani
L'ormai ex segretario di Azione a Bologna Andrea Forlani

Andrea Forlani, ormai ex segretario cittadino di Azione, dopo il siluramento da parte di Carlo Calenda “su suggerimento del segretario regionale e senatore Marco Lombardo”, spiega i motivi del commissariamento del partito cittadino, leggendo passi del documento inviato dal partito nazionale in data 24 gennaio.

Non manca una certa ironia, con la foto della locandina del film ‘Il commissario’ con Alberto Sordi appesa sul tavolo, e la consegna fisica di tessere e spillette di Azione da parte degli ormai ex iscritti.

Il motivo principale di quella che, di fatto, è un’espulsione, “è la contiguità con l’amministrazione di Matteo Lepore”, in particolare la posizione su Città 30 (condivisa con Italia Viva) non di totale contrapposizione con la misura, dettaglia Forlani.

L’ex segretario cittadino la sintetizza così: “Ci cacciano per motivi di linea politica, in perfetto stile Staliniano. Ma il commissariamento della direzione cittadina di Azione è illegittimo e infondato, basta leggersi lo Statuto del partito”.

L’ex presidente del quartiere Santo Stefano con Sergio Cofferati e un passato nel Pci, Pds, Ds e Pd, però, fa sapere che non farà ricorso: “Non voglio farmi prendere in giro dal collegio dei probiviri”. In platea una cinquantina di persone, tra iscritti, membri della direzione cittadina e provinciale di Azione, simpatizzanti.

Il leit motiv è il rammarico “per un partito che ha tradito i suoi presupposti, diventando un comitato elettorale” e gli attacchi a Calenda e Lombardo. Il primo per “aver costruito un partito che in realtà è un account Twitter e Instagram”, dice Giacomo Graziosi che non rinnoverà la tessera di Azione, il secondo per il “metodo” che ha totalmente lasciato da parte “il confronto democratico”. “È stato un accoltellamento alle spalle”, sintetizza Sergio Palmieri, ex presidente del quartiere Porto, da sempre vicino a Forlani.

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