Mattia Santori, una (ex) sardina in America: "Scelto tra i giovani leader"

Il bolognese selezionato dal Dipartimento di Stato Usa: “Perché io? Sono considerato un leader emergente”

In primo piano Mattia Santori (in giacca chiara) con alcuni dei protagonisti del viaggio di due settimane negli States

In primo piano Mattia Santori (in giacca chiara) con alcuni dei protagonisti del viaggio di due settimane negli States

Bologna, 26 marzo 2024 – Washington D.C., Pittsburgh, Denver, Miami. E’ Mattia Santori che sta girando come una trottola per gli Stati Uniti d’America con una missione per conto della...transizione energetica. L’ex leader delle Sardine (ma spiritualmente sempre presente), oggi consigliere comunale con delega al Turismo per Bologna, è stato scelto dal dipartimento di Stato americano per un tour di due settimane tutto speciale.

Perché, ce lo spiega lui. "Non bisognava candidarsi, piuttosto il dipartimento di Stato ha scelto alcune persone attraverso le varie ambasciate – racconta Santori da Washington, con lui altri sette ‘specialisti’ del tema tra tecnici e politici –. Perché io? Sono considerato un leader emergente e questo è un programma creato per giovani leader europei emergenti. Sulle prime non avevo nemmeno capito che fosse un programma così importante. Lo è invece, un onore per me partecipare a questo focus assieme ad altre persone con dei curricula incredibili. Per il Belgio, per dirne uno, c’è Joris Creemers che si occupa della transizione energetica delle centrali nucleari nel suo Paese".

Insomma, Santori ha davanti a sé una sfida: confrontarsi con saperi di alto livello e portare valore raccontando l’esperienza di Bologna. "Per me un ritorno alle origini: ho lavorato per otto anni in un centro di ricerca dove facevo divulgazione e ricerca sui mercati energetici – continua il delegato di Matteo Lepore –. Il tema del viaggio è su come coniugare la transizione con la sicurezza energetica. Bisogna pensare che gli Stati Uniti sono indietro, rispetto all’Italia e all’Europa, sulla transizione energetica, e su quel tema ci studiano con grande interesse. Solo che, ovviamente, loro sono in grado di produrre autonomamente gas, petrolio e carbone e questo li rende indipendenti. Per dire, il Gnl, il gas naturale liquefatto, all’Italia lo vendono loro. Tutti i Paesi rappresentati dal gruppo pongono dei temi – aggiunge Santori –, Estonia e Lettonia per esempio sono obbligate a investire fortemente sulla transizione energetica, perché prima della guerra dipendevano al 99% dal gas russo. Nel gruppo ci sono sottosegretari, parlamentari, tecnici: uno scambio molto proficuo, che gli Usa organizzano da molto tempo".

E il loro occhio su Bologna e l’Emilia-Romagna? "Io sono l’unico a rappresentare una città, gli altri lavorando su piani nazionali o comunitari – aggiunge Santori –. Io racconto una città che è un esempio virtuoso, dal Climate City Contract all’assemblea cittadina sul clima, poche città in Europa hanno i target ambientali che ha Bologna, e in America le singole città nemmeno se li pongono. Noi sulla transizione energetica possiamo insegnare agli americani, sarà mio compito divulgare e condividere quello che sto imparando, sto tessendo tante connessioni, sono in contatto con Annalisa Corrado (responsabile Clima e Conversione ecologica per il Pd). E’ fondamentale uscire dal provincialismo ed entrare in una dimesione internazionale molto interessante".

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