ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Cosa resta delle Sardine: "Quattro anni fa ci siamo illusi. Alla fine hanno vinto i partiti"

Santori, il leader di allora: quando abbiamo tentato di strutturarci ci hanno fatto la guerra "Ancora oggi Bonaccini non riconosce il nostro ruolo. Il Pd? Paralizzato dalle correnti".

Cosa resta delle Sardine: "Quattro anni fa ci siamo illusi. Alla fine hanno vinto i partiti"

Cosa resta delle Sardine: "Quattro anni fa ci siamo illusi. Alla fine hanno vinto i partiti"

Quattro anni fa Bologna venne invasa da 40mila pesci. Ve le ricordate le Sardine? Gli attivisti ittici che il 19 gennaio 2020, a una settimana dalle elezioni regionali con la sfida tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni, riuscirono a mobilitare migliaia di persone in piazza VIII Agosto. Era stato organizzato un concertone modello Primo maggio, dove si alternavano cantanti, dai Subsonica ai Modena City Ramblers, e personaggi della società civile. Due mesi prima, il 14 novembre, il famoso flash mob dei 15mila ’pesci’ in piazza Maggiore che sfidava a distanza la kermesse al Paladozza di Matteo Salvini, all’epoca incontrastato leader del centrodestra che scampanellava al Pilastro. A guidare il mare di Sardine mobilitate contro il Carroccio, convinto di avere le carte per vincere in Emilia-Romagna, il giovane Mattia Santori, oggi consigliere comunale a Bologna, delegato del sindaco per Sport e Turismo, iscritto al Pd di Elly Schlein. Qualcuno mormora che potrebbe esserci in vista una corsa in Europa, ma lui glissa: "Non adesso. Mi interessa occuparmi della mia città".

A distanza di quattro anni che fine hanno fatto le Sardine?

"È stato un movimento auto organizzato, genuino, che ha portato avanti una campagna elettorale alternativa. Nel 2020 siamo riusciti far fare uno scatto di coscienza a persone che si sentivano schiacciate dal populismo di Salvini. Le Sardine sono nate per quello: per contrastare una destra pericolosa. Io e tanti altri c’eravamo illusi che saremmo diventati un movimento politico. Ma non siamo spariti. Da quella scintilla ognuno ha preso la propria strada. Conosco sindaci o vicesindaci di piccoli comuni che mi dicono che si sono impegnati a partire dalle Sardine..."

Che cosa è mancato?

"Molti si dimenticano che il 6 marzo chiuse tutta l’Italia per il lockdown. Dovevamo fare il nostro congresso a Scampia, ma le piazze, che erano il mare in cui noi nuotavamo, erano chiuse. Eravamo un fiore troppo giovane: io, Andrea Garreffa, Roberto Morotti e Giulia Trappoloni non avevamo gli strumenti per farlo crescere da soli. E le intemperie ci hanno interrotto sul più bello".

Tra le intemperie ci sono stati anche i partiti?

"Sapevamo che c’era una domanda di centrosinistra inespressa. Ma i 5 Stelle ci hanno fatto la guerra a tutto spiano, lo stesso la Sinistra radicale. Il Pd ci ha guardato con diffidenza. I partiti avrebbero dovuto aiutarci, invece ci hanno trattato come concorrenti. Lo stesso Bonaccini non ha mai riconosciuto il nostro ruolo. E s’indispettisce quando diciamo che ha vinto anche grazie a noi..."

Se passa il terzo mandato, Bonaccini potrebbe correre ancora. Per l’occasione potrebbero tornare le Sadine?

"Il terzo mandato è surreale. La solita dimostrazione che si punta consolidare il potere anziché rinnovarlo. Lo vediamo in Campania con Vincenzo De Luca o in Veneto con Luca Zaia. La buona politica crea eredità, non dinastie..."

Ma lei si è iscritto al Pd con Elly Schlein...

"Io e Jasmine (Cristallo), che è in direzione Pd, ci siamo riconosciuti nella contaminazione civica che ci ha permesso di invadere l’unico partito plurale del centrosinistra con nuove forze. Ma non sta ancora funzionando. Non per colpa di Elly. Ma per le correnti, che sono blocchi di potere, che continuano a irrigidire il Pd".

Insomma, anche qui la scintilla non è bastata...

"No. I fuochi vanno ravvivati. Resto, però, convinto che i partiti si cambiano da dentro".

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