Sull’argomento autovelox, una delle persone più ferrate è Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione sostenitori amici polizia stradale, il quale ha una visuale molto ampia. Biserni, è trascorso oramai un anno e mezzo dall’installazione dell’apparecchio sulla Statale Adriatica al termine del cavalcavia all’altezza del centro di Cesenatico in direzione nord, ma le discussioni non si placano. "Quando si colloca un misuratore della velocità, si scatenano sempre polemiche, perciò non sono sorpreso; ma una cosa è certa, la scelta del punto in cui è stato posizionato, è avvenuta dopo un esame dettagliato da parte degli enti preposti, che sono Anas, Prefettura e Polizia stradale".
A vostro avviso quale dovrebbe essere l’atteggiamento degli automobilisti?
"Noi italiani dobbiamo abituarci a rispettare i limiti, in quel tratto della Statale Adriatica il limite dei 50 chilometri orari c’è sempre stato, ci sono più cartelli che segnalano la presenza del misuratore della velocità e la sanzione scatta dopo 55 chilometri orari, perchè c’è la tolleranza di 5 chilometri, come avviene ovunque".
Lei sottolinea in Italia, quindi altrove noi italiani ci comportiamo diversamente?
"All’estero non ci sono quasi mai cartelli di preavviso, tant’è che appena si varca il confine e si viaggia ad esempio in Austria, in Svizzera o in Slovenia, buona parte degli automobilisti italiani cambiano atteggiamento, perchè sanno che se oltrepassano il limite di velocità, prendono la multa e non possono avere alcun alibi, in quanto infrangono una norma".
Quali consigli si sente di dare a chi si mette al volante su una strada come la Statale Adriatica?
"I limiti di velocità sono sempre ben visibili su queste importanti arterie e ci sono sempre più di un cartello che segnala la presenza dei misuratori di velocità, quindi si deve prestare più attenzione alla strada e ai cartelli. È fondamentale per la sicurezza, come testimoniano anche gli ultimi gravi incidenti nella provincia di Ravenna".
I detrattori contestano gli autovelox perchè sono approvati ma non omologati.
"Questo vale per tutti gli apparecchi installati in Italia. Adesso più che mai è importante che gli apparecchi siano omologati e non soltanto approvati, anche se la norma sulla omologazione risale al 1992. Ora sembra che arrivi finalmente un provvedimento che sanerà questa situazione per non dare alibi ai fleximan di turno ed ai contestatori".
Giacomo Mascellani