Nuovo ospedale Bufalini, il miraggio del 2030

Il direttore progetti edilizi Ausl, Enrico Sabatini, fa il punto del progetto: "Non stiamo perdendo tempo, ma le grandi strutture hanno molti obblighi"

Una simulazione grafica del nuovo polo ospedaliero; nel riquadro, Enrico Sabatini (Ausl Romagna)

Una simulazione grafica del nuovo polo ospedaliero; nel riquadro, Enrico Sabatini (Ausl Romagna)

Cesena, 24 gennaio 2024 – Non stiamo perdendo tempo. Siamo, però, in una fase complicata da obblighi tecnici e burocratici tipici delle grandi strutture". Il Bufalini due batte un colpo dopo almeno undici mesi di silenzio. A dargli voce è l’architetto Enrico Sabatini, direttore Progettazione e Sviluppo Edilizio dell’Ausl Romagna e responsabile del progetto del nuovo ospedale di Cesena. E questo mentre nei pronto soccorso cresce l’affanno, i Cau si affacciano sui territori, tramontano alcuni Punti di primo intervento, i piccoli ospedali cambiano identità e la sanità pubblica in generale procede col fiatone. E chissà se il Bufalini due avrà la capacità di portare una ventata di efficienza.

Architetto Sabatini, siamo rimasti al 3 marzo dell’anno scorso, quando la Conferenza dei servizi, in cui siedono Ausl, Comune, Provincia, Regione, Autorità di Bacino, Arpa, ha chiesto un’interruzione per adeguare il progetto a quanto emerso dalle osservazioni avanzate da ciascun componente sui temi di propria competenza. Che cosa è successo nel frattempo?

"Siamo stati impegnati a verificare ed affinare queste richieste. La Conferenza dei servizi dovrebbe, dunque, ripartire, avendo noi sciolto la maggior parte delle problematiche che ci sono state poste".

Quali sono state le richieste? "Molte sono verifiche di tipo ambientale. Il progetto infatti prevede l’inserimento di un edificio in una zona agricola, caratteristica che comporta problematiche più complesse rispetto ad un ambito già antropizzato".

Cosa succede oggi nei 17 ettari su cui sorgerà il nuovo Bufalini?

"Abbiamo continuato ad effettuare verifiche archeologiche e ambientali. Ad esempio abbiano dovuto procede contro l’inquinamento di una piccola porzione, risultato poi generato dal terreno. L’area continua ad essere coltivata da un agricoltore, benché spesso alcune porzioni siano occupate dai sondaggi, e ci rende una somma annua. Il coltivatore si occupa anche del monitoraggio dei rischi di sversamenti o altro che ci creerebbero gravi problemi".

Vi eravate dati un tempo per riconvocare la Conferenza dei servizi e procedere poi all’appalto dei lavori?

"No, ma siamo a buon punto. Gli interlocutori in questa vicenda sono tanti e gli enti hanno impiegato del tempo, com’è giusto, per formulare osservazioni, chiarimenti, integrazioni e modifiche. Non sempre peraltro le modifiche richieste sono fattibili. E’ iniziato un confronto che ha obblighi anche rispetto al quadro normativo delle opere di compensazione che non sempre appare chiaro".

Parliamo del parco o del giardino intorno alla struttura ospedaliera?

"Ecco, a questo proposito c’è attenzione da parte dell’ente ma la norma non ci dà numeri, soprattutto in un contesto economico finanziario molto difficile. Cercheremo di fare il meglio con le risorse che abbiamo".

Si può ipotizzare un tempo per l’avvio delle gare d’appalto?

"Concentriamoci a riaprire la Conferenza dei servizi per discutere le modifiche che abbiamo fatto e poi vedremo. Teoricamente dovrebbe procedere tutto più rapidamente ma non dimentichiamo che non sempre gli enti intorno al tavolo hanno le stesse mission, che spesso sono contraddittorie tra loro".

Domanda inevitabile: slitterà ancora il termine del 2030 per il fine lavori? Non dimentichiamo che la prima volta che si è parlato del Bufalini due correva l’anno 2016.

"I tempi sono legati anche dalla formalizzazione della possibilità di utilizzare fondi Inail (132,3 milioni di euro. Ndr) per avere un finanziamento complessivo congruo. Ancora questa formalizzazione non c’è benché Inaìl abbia già fatto la sua richiesta al Ministero".

A proposito di copertura economica, la cifra totale è ancora 300 milioni di euro?

"Con 305 milioni, questa dovrebbe essere la spesa, sarebbe opportuno partire velocemente. La storia di tutti i lavori, dal bagno di casa al ponte sullo stretto di Messina, in corso d’opera finiscono sotto stress. Tuttavia il periodo più difficile per l’edilizia e il costo dell’energia dovrebbe esser passato".