
I sacchi di vongole sequestrati dalla guardia costIera
La Guardia Costiera ha stroncato un traffico illegale di vongole. Giovedì i militari hanno effettuato un blitz a terra, nell’area in prossimità del cimitero di Cesenatico, dove hanno individuato un deposito abusivo di vongole ed un furgone adibito al trasporto dei molluschi.
Il ritrovamento, in un luogo abbastanza nascosto da occhi indiscreti, ha immediatamente fatto scattare le indagini, attraverso le quali è stato possibile accertare che il prodotto, contenuto in 179 sacchi, era del tutto privo delle etichettature, quindi si trattava di bivalvi non tracciabili, mancando qualsiasi informazione sulla provenienza e il giorno del confezionamento. Le indagini sono ancora in corso e nel mirino sono finiti dei commercianti. Le pattuglie della Guardia Costiera hanno identificato i titolari del mezzo di trasporto e dalle ispezioni effettuate è stata rilevata la presenza di altri 68 sacchi di vongole anch’essi privi della prevista etichettatura, nonché di qualsiasi documentazione attestante la relativa tracciabilità. Dai primi elementi sembra che i militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Cesenatico, comandato dal tenente di vascello Francesco Marzolla, siano riusciti a sequestrare un carico proveniente da una intensa attività di pesca abusiva. Oltre al sequestro del prodotto, sono state elevate sanzioni amministrative per complessivi 3.500 euro, di cui 2.000 per l’attività di pesca abusiva e 1.500 euro per il trasporto di prodotto ittico non tracciato. I 247 sacchi di vongole sequestrati sono stati trasferiti in custodia presso il Mercato ittico comunale di Cesenatico, dove sono stati pesati e risultano 2.570 chilogrammi di molluschi, poco meno di 26 quintali.
Nella mattinata di ieri il personale dell’Ausl Romagna ha sottoposto le vongole ad accertamento veterinario all’esito del quale ha certificato l’idoneità al consumo umano di un quantitativo di 7 quintali, corrispondenti alla partita di vongole rinvenute sul mezzo di trasporto, e la non idoneità dei restanti 18,7 quintali. I sette quintali ’buoni’ saranno venduti in asta pubblica ed il ricavato sarà devoluto alle casse dello Stato, mentre la partita di molluschi non idonei, essendo ancora vivi e vitali, verranno liberati in mare. Sino ad ora è finito nei guai soltanto il proprietario del camion, un commerciante residente in zona, ma nel mirino c’è anche l’armatore di un peschereccio di stanza nel porto di Ravenna accusato di pesca di frodo.
Giacomo Mascellani