La barca confiscata porta in mare i disabili

Nuova vita ad ’Alyass’ grazie all’associazione di volontariato Svau. Il presidente: “Coinvolgeremo le scuole e i ragazzi non autosufficienti”

Rita Tommolini, Roberto Frittelli e Adriano Pati; nel tondo, l’imbarcazione

Rita Tommolini, Roberto Frittelli e Adriano Pati; nel tondo, l’imbarcazione

Civitanova, 28 marzo 2024 – Da mezzo in mano agli scafisti, a barca a vela per ragazzi disabili. È una vicenda dal finale felice quella della ‘Alyass’, un’imbarcazione confiscata nel 2019 a Roccella Jonica, in Calabria, a seguito di uno sbarco di profughi provenienti dalla Turchia e assegnata, dal Tribunale di Locri, alla Svau di Civitanova, associazione di volontariato di Protezione civile specializzata negli aiuti umanitari.

Al momento, la ‘Alyass’, una 40 piedi oceanica, è parcheggiata tra gli yacht di uno dei tanti cantieri dell’area portuale di Civitanova. "È lì per gli ultimi ritocchi, contiamo di metterla in mare entro l’estate – spiega Roberto Frittelli, presidente di Svau – per avvicinare al mare i ragazzi non autosufficienti, ma anche le scolaresche".

Un iter iniziato quattro anni fa. "Notando – chiarisce Frittelli – che il riutilizzo di imbarcazioni confiscate per finalità sociali era una pratica diffusa in Italia, presentammo una manifestazione d’interesse al Tribunale e il giudice, esaminando i percorsi della nostra associazione, ci assegnò il natante".

Sbloccata la pratica, chiavi in mano, i volontari fissano la rotta a nord, direzione Civitanova. "Due dei nostri – prosegue nel racconto – andarono a ritirarla con l’intenzione di portarla qui via mare. Purtroppo, però, era il marzo 2020 e il Covid li costrinse a virare al porto di Brindisi, dove l’imbarcazione è stata ferma per qualche mese".

Poi, nell’estate dello stesso anno, l’arrivo nelle acque civitanovesi. "È seminuova – aggiunge –, può ospitare fino a dieci persone e al suo interno vi sono tre camere da letto, una cucina e un bagno. A condurla saranno due capitani esperti nella navigazione". Ma le attività dei Soccorritori Volontari Aiuti Umanitari non si fermano qui: "Dopo aver aderito a progetti europei aprendo delle sezioni in Albania – ricorda il volontario -, Macedonia del nord e Kosovo nelle sedi nazionali della Croce Rossa, a breve faremo lo stesso anche in Polonia e Romania", mentre in tutto il 2023 "i cinquanta militi di Svau hanno dedicato tremila ore al volontariato, per vari interventi".

Ecco quali: "Anzitutto, le emergenze come l’alluvione in Emilia-Romagna, l’allagamento a Sforzacosta, il montaggio tende per i profughi ucraini ad Ascoli, le varie operazioni di ricerca persona e il monitoraggio nella Sala operativa di Macerata". Poi, la partecipazione "a dieci attività formative e a quattro esercitazioni, tra cui un meeting invernale, il supporto alla sanità territoriale e le campagne antincendi". Quindi, i corsi indetti dalla stessa organizzazione: l’alto rischio, la motosega, il movimento terra e l’uso dei sollevatori.

Il pensiero, però, torna alla Alyass, che non racconterà più tragedie e disperazione, ma speranza, solidarietà e umanità. "Vorremmo – conclude Frittelli – coinvolgere quelle realtà che si occupano delle problematiche dei più fragili. Ora, l’unico problema riguarda il posto barca, che non riusciamo a trovare".