Post contro il Papa: Troiani condannato

Al presidente del Consiglio comunale un anno con la condizionale. I suoi legali: "Non provata la riconducibilità a lui, faremo appello"

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Civitanova, 17 febbraio 2024 – Per un post offensivo contro il Pontefice, è stato condannato a un anno di reclusione, con la condizionale, il presidente del Consiglio comunale di Civitanova, Fausto Troiani. Ma dopo la sentenza, i difensori annunciano l’appello.

Il processo riguardava un commento pubblicato nel 2018 sul social network Facebook da Troiani, nel quale parlava del Papa e del "suo staff di pedofili". Questa frase, come molte altre riferite a politici locali, europei e mondiali, era finita nel mirino della procura, che aveva fatto partire una serie di procedimenti. Nel caso del Pontefice, l’accusa era di aver violato l’articolo 8 dei Patti lateranensi, che equiparano il Papa, in quanto capo del Vaticano, a un capo di stato; dunque il post su Facebook era un’offesa a un capo di stato.

Per procedere contro Troiani, il ministro della Giustizia aveva dovuto dare la specifica autorizzazione alla procura, all’epoca. Nel processo, gli avvocati difensori Gian Luigi Boschi e Tiziano Luzi avevano chiesto di sentire un testimone, che però nelle precedenti udienze non si è mai presentato, e così ieri ci hanno rinunciato chiudendo l’istruttoria. Il pm Stefano Lanari ha chiesto la condanna a un anno di reclusione, spiegando che l’imputato non poteva negare di essere l’autore di quel commento, visto che in diverse interviste con i giornalisti ne aveva parlato, senza mai disconoscere la paternità di quella frase o di altre pubblicate nella sua pagina Facebook.

L’avvocato Boschi invece ha ricordato che per gli altri fascicoli partiti dalla stessa indagine, come quello con gli insulti all’ex ministro Kyenge, Troiani era stato assolto per una carenza di istruttoria: non era stato accertato l’Ip, l’indirizzo informatico dei computer, per stabilire con precisione da dove fossero stati scritti quei post. Non era provato dunque che li avesse scritti il presidente del Consiglio comunale, al di là di quello che l’avvocato Boschi ha definito "circo mediatico", cioè le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Troiani, dichiarazioni che però non potevano valere come prova.

L’avvocato Luzi ha aggiunto che se il Papa è equiparato dai Patti lateranensi a un capo di stato, deve accettare anche le critiche e la satira, come tutti coloro che fanno politica. I difensori hanno chiesto dunque l’assoluzione del civitanovese. Invece il giudice Francesca Preziosi ha ritenuto l’imputato colpevole e ha inflitto la pena di un anno di reclusione, con la sospensione condizionale.

"Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza e faremo appello - ha commentato l’avvocato Luzi -. Nelle interviste Troiani aveva parlato genericamente dei post, senza ammettere di aver scritto ciascuna frase: la riconducibilità a lui dell’offesa al Pontefice non è stata provata".