Il turismo del Duce

Forlì, 28 luglio 2019 - Goly Otok in Croazia, il gulag di Tito, l’Isola calva dove esistono solo pietre, è un’ attrazione turistica. Fu la prigione della Ex Jugoslavia dove il Maresciallo rinchiudeva gli avversari politici (comunisti compresi se non allineati) condannandoli alla perdita dell’intelletto e dell’identità.

A Mosca con una guida si può percorrere a piedi un comodo itinerario nel quartiere del Terrore intorno all’edificio della Lubyanka, la prigione dei servizi segreti russi, prima Nkvd poi Kgb, dove si torturava e si moriva. Vai, visiti, mediti e poi via ad assaggiare un piatto di salmone. E’ il turismo della storia. Perchè allora scandalizzarsi se a Predappio, nel verde delle colline forlivesi, prima o poi la cripta del Duce sarà aperta al pubblico?

Il sindaco di centrodestra, Roberto Canali, dice che sarebbe un punto a favore del turismo. Concetto ovvio. Sarà pure nero, sarà nostalgico, sarà fatto anche di curiosi ma il turismo che ruota intorno alla saga dei Mussolini a Predappio c’è già. E non si può abolire per decreto. Registra 100mila presenze l’anno, alimenta i fatturati dei tre negozi di memorabilia fasciste, riempie le trattorie dove le celebrazioni col fez si chiudono su un piatto di cappelletti.

I contatti con gli eredi Mussolini, incluse le nipotine del duce Alessandra ed Edda, per l’apertura della cripta sono in corso. Si vedrà. Intanto il sindaco Canali è nel mirino delle critiche. Ottimo marketing per Predappio. Se non dobbiamo aver paura dello zero virgola dei movimenti dell’ultradestra che oggi fanno politica in Italia, non possiamo averne nemmeno della tomba del Duce. La storia ha già detto tutto ciò che si poteva dire. I cortei celebrativi dei nostalgici con labari e camicia nera come quello di oggi, 136 anni della nascita di Benito Mussolini, sono eventi a metà tra folklore e memoria.

Ovvio che possono disturbare la sensibilità umana e politica di molti ai quali va rispetto, ma nell’Italia di oggi c’è di peggio. Il sindaco precedente, di centrosinistra, ha acquisito per il Comune l’ex casa del fascio per farne un futuro Museo del Novecento, storia del fascismo, inclusa. A conti fatti, la cripta aperta, è solo un innocuo elemento aggiuntivo. A Riccione, dove il Duce planava sull’acqua con «e drivulent», l’idrovolante, non si offendono sapendo che lì le vacanze dei Mussolini sono quasi un brand.

Mentre l’ex presidente della camera Laura Boldrini voleva cancellare la scritta Dux dall’obelisco del Foro Italico. Fu polemica a colpi di bazooka. La scritta è ancora lì e chi non ne conosceva l’esistenza la apprese grazie alla Boldrini.