Quando la disperazione sconfigge la speranza

A Vignola l'ennesima tragedia della solitudine. Da un anno, con la pandemia, casi in costante aumento

Vignola (Modena), 15 aprile 2021 - Sperare. O di-sperare. Vien da pensare che ci sia un abisso, un mondo, separato da quel ‘di’. Ma forse non è così, perché nella vita si spera e ci si dispera anche in contemporanea, più o meno in contemporanea: succede che gli stati d’animo a volte si intreccino e si sovrappongano, cambino. Ieri mattina all’alba il signor Franco non ce l’ha fatta più e ha ucciso sua moglie. La disperazione ha sconfitto la speranza.

Ci provava probabilmente da tanto tempo a tener botta e fino a ieri c’era riuscito. Resistere ed esistere: per giorni, mesi, anni. A fianco la moglie Laura malata, sempre più malata. "Non potevo più vederla vivere in quello stato" ha bisbigliato ai carabinieri dopo averla soffocata ed essersi costituito. La disperazione, dettata anche dalla solitudine, quella parolina che faceva cantare a Jim Morrison: "E’ come ascoltare il vento e non poterlo più raccontare a nessuno". Franco e Laura, e basta. Nessun figlio, zero parenti. Cordidalità ma discrezione con i vicini di casa. Vivevano da poco a Vignola, chiusi in casa, come siamo tutti chiusi in casa da un anno e più: la pandemia di questi mesi ha reso ancora più devastante il cocktail solitudine-disperazione.

Con il Covid sono aumentate quelle che definiamo le tragedie della disperazione e della solitudine. Ci occupiamo in continuazione dei giovani, dei disagi dei nostri ragazzi fra Dad e videogiochi e facciamo bene; ma a volte ci si dimentica degli anziani, soli, spesso abbandonati.

A Vignola, nel momento in cui il suo ‘sperare’ è diventato inesorabilmente disperare, Franco ha alzato bandiera bianca. Si è arreso, anche alla giustizia che gli farà doverosamente pagare il suo conto, piccolo o grande che sia. Si poteva fare qualcosa di più? Chi poteva fare qualcosa di più? Per favore, non mettiamo in mezzo solo e soltanto istituzioni, servizi sociali, sindaci, medici o chissà chi: mettiamoci in gioco anche noi, ognuno di noi, che ormai non salutiamo neppure più il vicino di casa. Noi che siamo sempre più soli. "E’ sperare la cosa più difficile. La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione" scriveva il grande Charles Peguy.

Ecco, se fra sperare e di-sperare si insinua anche la solitudine, la tentazione _ da grande _ rischia di diventare spaventosamente grande. Gigantesca. Un macigno, mortale.