Furto di auto di lusso su commissione: sgominata la banda delle concessionarie

Otto indagati, il capo è un uomo in carcere che organizzava tutto durante i permessi premio. Ecco come le auto (con continui cambi di targhe) finivano all’estero

Bologna, 2 marzo 2024 – Furti su commissione di auto di lusso che il ricettatore chiedeva alla banda. E loro le individuavano, spesso direttamente nelle concessionarie, e organizzavano con vari sopralluoghi il furto che colpiva con precisione l’automobile prescelta.

Furti di auto su commissione: otto indagati
Furti di auto su commissione: otto indagati

Questa, secondo le indagini (video) dei carabinieri iniziate nel 2018, l’organizzazione di una banda composta da 8 persone: quattro italiani, 2 albanesi, un colombiano, un ucraino. Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata a furti e ricettazione: secondo le indagini hanno fatto sparire 15 auto nel corso di 11 furti, di cui 2 tentati, commessi tra le province di Trento e Bologna.

Il capo e i permessi premio

Tutto comincia con un primo furto di auto in un concessionaria di Trento: da lì le indagini seguono la pista dei colpi su commissione e successiva ricettazione delle macchine. La banda è ben organizzata: c’è un basista, ci sono i ladri e poi chi si occupa della successiva vendita sul mercato illecito, personaggi che stanno tra Roma e la Romagna: molto spesso le auto finiscono subito all’estero, in Slovenia. Risultano coinvolte nell’attività di smercio anche due concessionarie in Lazio, di proprietà di due indagati, padre e figlio. A organizzare la complessa rete era un albanese che orchestrava tutto dal carcere, anzi dai permessi premio: era lui che si occupava di reclutare gli esecutori materiali dei furti, pescando tra la rete di contatti di pregiudicati, anche minorenni.

Cambio continuo delle targhe

La prima fase era rubare diverse targhe da auto della stessa marca e modello di quella prescelta. I ladri poi raggiungevano il luogo stabili per il furto dell’auto ‘ordinata’ con i mezzi pubblici. Poi si coprivano i volti con passamontagna e colpivano. Dopo il furto, infatti, alle auto venivano cambiate continuamente le targhe per evitare i controlli degli occhi elettronici come i targa system. La banda era ancora in piena attività: sono state recuperare autovetture rubate con targhe diverse, anch’esse risultate rubate, pronte per essere consegnate al ricettatore.

I ricettatori

Il primo smercio avveniva da ricettatori individuati in Romagna, in particolare a Meldola, nel Forlivese, a Latina, a Roma e in Slovenia.