“Il livello del Mediterraneo sta salendo a velocità tripla: 38.500 chilometri quadrati di coste presto a rischio inondazione”

Uno studio di tre ricercatori dell’Ingv rivede al rialzo le stime: ricalcolate le attuali proiezioni fino al 2150 in 265 zone. La ricerca riguarda anche Emilia Romagna e Veneto. Anzidei: “È necessario intraprendere azioni concrete a sostegno delle popolazioni costiere"

Bologna, 29 dicembre 2023 - Il livello del mar Mediterraneo sta salendo a velocità tripla rispetto alle stime fatte finora: oltre 38.500 chilometri quadrati di coste saranno presto a rischio inondazione. Tra le coste più a rischio anche quella dell'Emilia-Romagna. Il dato emerge da uno studio firmato da tre ricercatori italiani (Marco Anzidei, Antonio Vecchio e Enrico Serpelloni) delle sedi di Roma e Bologna dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell'Università olandese di Radboud, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters. Vediamo nel dettaglio le zone coinvolte.

A sinistra, le stazioni GNSS considerate nello studio, poste entro 5 km dalla costa. I colori rappresentano le velocità di subsidenza in mm/anno secondo la scala riportata in basso; a destra, In rosso sono evidenziate 163 pianure costiere principali più esposte all'aumento del livello del mare al 2100-2150
A sinistra, le stazioni GNSS considerate nello studio, poste entro 5 km dalla costa. I colori rappresentano le velocità di subsidenza in mm/anno secondo la scala riportata in basso; a destra, In rosso sono evidenziate 163 pianure costiere principali più esposte all'aumento del livello del mare al 2100-2150

Per l'Italia, le coste più a rischio sono quelle di Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Puglia settentrionale per il versante adriatico, insieme a quelle di Toscana, Lazio e in parte della Sardegna per quello tirrenico. Nella ricerca, osserva Serpelloni, sono stati utilizzati i dati dei sistemi di navigazione satellitare, che permettono di calcolare in maniera estremamente precisa le velocità di spostamento verticale del suolo. Alla luce di questi dati, i tre ricercatori hanno ricalcolato le attuali proiezioni fino al 2150 in 265 zone del Mediterraneo. La causa di questa modifica al rialzo delle proiezioni sull'aumento del livello del mare sta nel fenomeno della subsidenza. "La subsidenza, cioè il lento movimento verso il basso del suolo dovuto a cause naturali o antropiche - spiega Marco Anzidei, dell'Ingv - ha un ruolo cruciale nell'accelerare l'aumento del livello del mare lungo le coste, innescato dal riscaldamento globale a partire dal 1880". "Le nostre analisi - aggiunge Vecchio dell'Università di Radboud e primo autore della ricerca - mostrano che, proprio a causa della subsidenza, in alcune zone del Mediterraneo il livello del mare sta aumentando a una velocità quasi tripla rispetto alle zone stabili". "Nelle aree risultate più a rischio ci saranno maggiori impatti sull'ambiente, sulle attività umane e sulle infrastrutture - dice Anzidei -. È quindi necessario intraprendere azioni concrete a sostegno delle popolazioni costiere".