GIOVANNI DI CAPRIO
Cronaca

Parità di genere, il Comune di Bologna dice stop al maschile universale

Presentato a Palazzo d’Accursio un manuale che offre principi guida, esempi e definizioni che aiutino a comunicare rispettando le differenza

Il Comune di Bologna dice stop al maschile universale: ecco il manuale per scegliere le parole giuste e aiutare la parità di genere

Il Comune di Bologna dice stop al maschile universale: ecco il manuale per scegliere le parole giuste e aiutare la parità di genere

Bologna, 25 ottobre 2023 – Stop all’utilizzo del maschile universale generalizzato, nella comunicazione interna ed esterna della pubblica amministrazione. È questo l’obiettivo del manuale “Parole che fanno la differenza. Scrivere e comunicare rispettando le differenze di genere”, presentato questa mattina a Palazzo d’Accursio. Le linee guida del testo sono pensate per supportare chi lavora nell’amministrazione pubblica, nel trovare soluzioni linguistiche rispettose delle differenze di genere e offre principi guida, esempi, definizioni e tabelle che rendono il tutto il più scorrevole.

“Le parole sono importanti, così come lo è declinare al femminile alcune cariche istituzionali, per stare al passo coi tempi - dichiara la vicesindaca Emily Clancy -. Una pubblica amministrazione si occupa di tante cose e in questo caso vuole creare un linguaggio in cui i cittadini e le cittadine si sentano inclusi e valorizzati nelle loro differenze, anche per dare visibilità a una diversità di genere”.

“Questo significa – continua Clancy – creare condizioni di benessere e far sapere all’esterno che ci sono molteplici differenze all’interno di una società”. Secondo la sociolinguista e saggista Vera Gheno, “la lingua è la cosa più personale che abbiamo ma è anche ciò che crea la società in senso collettivo. Il manuale tiene conto di tutta la differenza umana, e la presa di posizione delle amministrazioni serve a prendere coscienza della dimensione collettiva della lingua. Cambiando la lingua – continua Gheno - si cambia il modo in cui vediamo la realtà, e così facendo magari ci viene voglia di cambiare la realtà stessa”.

“Questo nuovo strumento deve far sentire tutti parte di una comunità e dare visibilità alle donne che vengono nascoste da un maschile che pretende di essere universale”, ricorda Rita Monticelli, consigliera delegata ai diritti umani e dialogo interreligioso e interculturale. “Il testo è formato da parti pratiche che suggeriscono come evitare il maschile universale. Dopo aver applicato tali strategie, alla fine è presente anche una lista di controllo con alcune domande per capire se abbiamo utilizzato correttamente gli strumenti del manuale”, dichiara Olivia Pinto, ufficio stampa e comunicazione istituzionale.

Oltre a quanto già affermato, “questa operazione serve anche a creare un’ulteriore occasione per far impegnare i nostri dirigenti nella semplificazione del linguaggio”, commenta Maurizio Ferretti, direttore settore innovazione e semplificazione amministrativa e cura delle relazioni con il cittadino. Infatti, la delibera di approvazione delle linee guida ha “una natura di tipo culturale e descrittivo. La prima incarica i e le dirigenti di provvedere alla diffusione delle indicazioni del manuale tra il personale delle proprie strutture e di incentivarne l’utilizzo; nella seconda, le direzioni devono adeguare i modelli degli atti e delle comunicazioni garantendo la declinazione in accordo con il genere del/della titolare”.

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