Editoriale

Garisenda, cintura snella per il restauro

Da un paio di settimane i lavori sulla Garisenda in piazza Ravegnana, affidati alla ditta Fagioli, della cintura di protezione con doppio ordine di container, a contenimento dei detriti (fino ad un peso di 4.000 ton), hanno subito un rallentamento, neppure paragonabile ai consueti flemmatici ritmi dei lavori pubblici degli ultimi anni del Comune di Bologna. Forse che i nuovi consulenti tecnici coordinati da Raffaela Bruni hanno meno paura di quanto paventava il precedente Comitato Tecnico Scientifico che si verifichi un crollo? Forse ritengono sovradimensionata la cintura?

Marco Bruni

Risponde Beppe Boni

A parte le polemiche i dubbi che ruotano intorno alle preoccupazioni e ai tempi con cui si è deciso di intervenire, risulta più difficile entrare nel merito delle scelte tecniche degli esperti che lavorano al capezzale della torre Garisenda. Da ciò che si è visto fino a oggi i lavori in corso sono stati oggetto di parziali variazioni. Comprensibile. Non si tratta del restauro di una statua qualsiasi, ma di un gigante che guarda tutta la città dall'alto. Secondo le ultime valutazioni, nella seconda fase della messa in sicurezza non è più prevista una sorta di capsula, ma un altro tipo di struttura protettiva, più snella, evidentemente per non ostacolare la successiva fase di restauro che non è ancora ben chiaro quanto durerà, ma sarà complessa. Si dice dieci anni, ma forse meno. Su questo aspetto sia nelle dichiarazioni agli organi di stampa che nelle sedi tecniche c'è molta cautela perchè ad oggi è difficile avventurarsi in previsioni precise. Per la messa in sicurezza gli esperti al lavoro stanno valutando diverse prove, tuttavia entro il 2024 secondo le previsioni il consolidamento dovrebbe venire risolto. E' la cosa più importante per rassicurare i bolognesi che la Garisenda non cadrà sulle loro teste. Su questo aspetto, comunque, le convinzioni sono solide (speriamo): non c'è rischio di crollo. La fase del restauro è il secondo tempo della partita. Per rimanere su temi concreti va anche detto che i soldi ci sono. Il Pnrr, come ha spiegato il ministero competente, ha aperto il borsellino e i fondi arriveranno in aggiunta alla generosità dei bolognesi che si sono messi una mano sul cuore e una sul portafoglio e continuano a contribuire alla raccolta fondi.

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