BEPPE BONI
Editoriale
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Guardie mediche, un servizio fondamentale

Bologna, 6 gennaio 2024 – In merito alle dichiarazioni dell’assessore regionale Donini riguardo all’attività dei medici di guardia, “una telefonata ogni 2h, una visita ogni 5h” –, vorrei chiedere se lui ha avuto esperienza di questo servizio di vera prossimità. La sera del 22 dicembre ho accompagnato in ambulatorio un familiare fragile, con febbre a 39°. La dottoressa ha visitato il paziente 2 volte in 5 giorni e lo ha monitorato telefonicamente. Sono testimone riconoscente che questi presidi costituiscono una sicurezza. Riducendoli o eliminandoli, sposteremo solo il problema sui Pronto Soccorso e fra poco anche sui Cau.

Nicoletta Calzolari

Risponde Beppe Boni

Il problema vero è che mancano i medici, quelli in servizio sono pochi. Una frangia consistente dei rettori universitari continua a sostenere che non è necessario riaprire il numero chiuso a Medicina per rimediare alle carenze di organico. E invece sbagliano. Partiamo aumentando il numero dei medici poi parliamo del resto. La selezione va fatta con merito e non con i numeri contingentati. Questo spiega perché mancano i professionisti di base, perché quelli del Pronto soccorso fuggono per l'eccessiva pressione, perché nei reparti in certi giorni c'è carenza di dottori. Le guardie mediche, se ben distribuite sul territorio sono un servizio fondamentale, anzi spesso sono poche per coprire le esigenze, servono più medici di famiglia, servono più camici bianchi per coprire il servizio dei nascenti Cau. Non si può avviare un nuovo servizio spostando le stesse pedine già in campo. La medicina di prossimità è fondamentale. L'assessore alla sanità della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini, in assoluta buonafede a volte si incarta nella giungla dei problemi e nell'ansia delle dichiarazioni. Il caso è scaturito sull’apertura dei Cau, i Centri di assistenza e urgenza, e sull’impiego in essi dei medici di continuità assistenziale, ovvero le guardie mediche. Su questo tema è scontro acceso tra Raffaele Donini e i sindacati dei camici bianchi. L'assessore sostiene ora di essere stato frainteso e che non voleva dare dei fannulloni ai medici di guardia. Vabbè ognuno dice la sua. In ogni caso meglio evitare annunci a raffica. I cittadini chiedono un sistema che funzioni dai medici di famiglia, alle guardie mediche, ai Pronto soccorso. Servono dottori e non polemiche. Per inciso i sindacati fanno sapere che tra sabato 23 a martedì 26 dicembre la continuità assistenziale di Bologna e provincia ha ricevuto più di 9.200 telefonate: una media di più di 2.000 al giorno di cui oltre l’80% concentrato nelle ore diurne 8-20, cioè una media di circa 160 telefonate all’ora. Infine le visite ambulatoriali: nei quattro giorni festivi sono state circa 1500.

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