Editoriale

All’Hospice dove il sorriso è una cura

Bologna, 24 gennaio 2024 – Cara signora Isabella Seragnoli non la conosco, ma la voglio ringraziare. Avevo conosciuto in tempi sereni il suo MAST splendido ed “europeo” ma poi la vita mi ha fatto conoscere anche l’Hospice di Bentivoglio che lei ha voluto dedicare alla sua mamma. In quella quiete e con il conforto di persone stupende al cui spessore umano e professionale davvero non ero preparato ha trovato la pace per i suoi ultimi giorni mio padre Renzo e ha trovato conforto mia madre che ha perso dopo oltre sessant’anni il suo “inseparabile”. Le dico grazie perché Lei dedica tempo e risorse ad alleviare con dignità il dolore di chi se ne va e aiuta chi resta a sopportarlo.

Stefano Melloni

Risponde Beppe Boni

Ci sono momenti in cui il fattore umano conta quanto quello medico. Un sorriso, una parola gentile, un comportamento fatto di attenzioni, di leggerezza nell'approccio con persone che soffrono o che sono accanto a coloro che soffrono, esprimono la forza di un gigante. Quando poi un paziente è avviato verso l'ultimo miglio tutto ciò assume un'importanza fondamentale perché serve a rendere più sfumato il dolore. Non è poco, anzi è molto, un piccolo sorriso equivale a un grande abbraccio. E persone come il lettore che riconosce e avverte nel cuore questa atmosfera e soprattutto ringrazia chi contribuisce ad allestirla, sono altrettanto meritevoli. La riconoscenza non sempre è un sentimento scontato. Sapere che esistono luoghi come l'Hospice di Bentivoglio (utilizzato per le cure palliative ai pazienti oncologici) aiuta a pensare che il mondo non è fatto solo della frenesia e dell'indifferenza che spesso inquinano le nostre giornate. Un pensiero va anche a medici e operatori sanitari in genere che lavorano in un luogo come l'Hospice. Certo sono preparati e attenti come i colleghi degli altri presidi sanitari, eppure devono anche avere dentro in qualche posto vicino al cuore, a volte senza saperlo, una vocazione che li sostiene per stare accanto a persone che soffrono perché sono alla fine e ai loro familiari. Poi Isabella Seragnoli. E' una donna speciale non solo perché è fra le imprenditrici più ricche d'Italia, ma anche perché dedica gran parte della sua attività e tante risorse alla filantropia e a quella parte della sanità appena descritta. Non ama i riflettori e il palcoscenico, la sua generosità è affidata ai fatti e ai gesti concreti. In questa pagina manca lo spazio fisico per elencare tutte le attività socio - sanitarie e medico - scientifiche che lei e la sua famiglia hanno finanziato fin dagli anni Settanta attraverso la Fondazione Seragnoli con una attenzione particolare alla ricerca.

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