Editoriale

I taxi e gli sconti si disabili

Scrivo in merito alla scontistica applicata dai tassisti di Bologna a chi come me ha un'invalidità superiore al 66%. Mi è capitato ben due volte di dover discutere con il tassista che mi chiedeva un tesserino che, a detta dell'ufficio comunale che ho consultato, non serve più, in quanto è sufficiente avere un certificato rilasciato dalla Asl. Certificazione che posseggo. Fare storie per uno sconto minimo è davvero vergognoso. Inclusione? Questa sconosciuta...non le nascondo che mi passa anche la voglia di chiedere lo sconto.

Angela Perrone

Risponde Beppe Boni

E' sempre difficile entrare nella valutazione di un caso specifico che a volta nasce da equivoci e da interpretazioni non corrette più che da una negazione oggettiva dei fatti. Per quanto riguarda le agevolazioni ai disabili su taxi il comune di Bologna segnala che esiste il servizio taxi prioritario che funziona nel seguente modo, come si legge nel portale dell'amministrazione: "il servizio è svolto da 31 taxi predisposti per il trasporto di persone con disabilità anche gravi che rendono difficile il passaggio dalla carrozzina al sedile e/o schienale fisso e alto. I 31 taxisti in possesso di licenza hanno l'obbligo di effettuare prioritariamente il trasporto di persone con disabilità, dei loro familiari e accompagnatori e non possono svolgere il servizio con utenze non disabili fuori dell'area sovracomunale. Per tutta la durata delle operazioni di salita e discesa il tassametro resta fermo". Nell’ultimo accordo con il Comune era stata pattuita una scontistica per le persone disabili del 15% su ogni corsa, ora è in corso il dibattito per fissare le nuove tariffe. A lume di buonsenso se una persona esibisce il tesserino dell'Ausl, quindi della sanità pubblica, che certifica una invalidità, deve essere considerato un elemento sufficiente. Altre richieste suonano sinceramente come eccessive.

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