Editoriale

Istruzioni per l'intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale è ormai entrata stabilmente a far parte della nostra vita. Investe tutti i settori, dalla medicina all'industria, alla scuola. Personalmente non riesco ancora a comprendere se nello sviluppo futuro dell'IA ci sono più rischi o più benefici. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano le persone e non gli scienziati che la stanno proponendo ed elaborando. Ormai anche nella nostra città, Bologna, se ne sta facendo largo utilizzo. Dobbiamo preoccuparci? Toglierà lavoro alle persone nel mondo dell'industria e dell' università?

Antonio Felice Tonelli

Risponde Beppe Boni

Non dobbiamo temere l'intelligenza artificiale, piuttosto dobbiamo regolarla. Il mondo si preoccupò anche quando vide la luce Google, ma non è successo nulla di grave, anzi il principale motore di ricerca ha reso la vita più facile a tutti noi con un semplice clic. A Bologna uno dei grandi giuristi italiani, il professor Ugo Ruffolo, sta studiando a fondo gli aspetti giuridici e normativi dell'IA. Sostiene il professore, insieme ad altri colleghi presenti nei suoi saggi, che bisogna semplicemente creare un sistema efficiente in cui l’IA e le sue applicazioni siano regolate, offrendo soluzioni in materia di etica, sicurezza, privacy, trasparenza, rendicontabilità, istruzione, uguaglianza, in­clusività, governance e democrazia, guerra e lavoro. Su come la pensano i bolognesi offre uno spaccato una ricerca di Unipol elaborata da Ipsos. Oltre la metà dei cittadini pensa che l'Intelligenza artificiale porterà ad una perdita di posti di lavoro. Il 92% dei bolognesi teme che l’IA porterà con sé almeno uno svantaggio, tra cui la chiusura delle imprese artigianali e tradizionali (37%); per il 46% leggi e regolamenti severi sull’uso dell’IA sono la soluzione che evita rischi. L'Europa intanto ha già elaborato un primo codice. Niente paura, basta organizzarsi come accade per talvolta per le novità della scienza.

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