Editoriale

Medici di base, sono pochi e troppo rigidi

Continuo a non capire perché si mantenga il numero chiuso alla Facoltà di medicina. Una parte dell'apparato sanitario e del mondo dell'università sostiene che i medici sono già troppi. Davvero? Allora spiegatemi perché mancano soprattutto i medici di base che sono il primo presidio sanitario a cui può far riferimento il cittadino. Cosa fa la Regione che gestisce direttamente la sanità? Una città come Bologna e una regione come l'Emilia Romagna non possono avere una carenza del genere. Bisogna rimediare.

Rossella Leoni

Risponde Beppe Boni

E' una vergogna. Si potrebbe discutere sul mantenimento del numero chiuso a Medicina se ci fossero medici di famiglia a sufficienza, se i dottori non fuggissero dal Pronto soccorso, se ci fossero abbastanza professionisti nell'area pubblica da coprire in modo accettabile la richiesta di visite specialistiche. I medici di base sono fondamentali e bisogna rimediare in tempi brevi. In Italia si fanno piani straordinari per tutto, ora serve una svolta anche per questo settore della sanità. Inoltre molti dottori dal Covid in poi hanno preso la cattiva abitudine di ricevere solo su appuntamento e di non dialogare più al telefono con i pazienti. Solo whatsapp, solo mail, solo messaggi. No così non va. Il rapporto diretto con i pazienti è fondamentale e se si vuole evitare l'assalto ai Pronto soccorso è necessario che ci si possa recare in ambulatorio anche senza appuntamento, sedersi in sala d'aspetto e attendere il proprio turno quando serve una risposta rapida. Se sto male oggi, se ho necessità di un consiglio o di una risposta non posso prendere appuntamento fra una settimana. Secondo i dati della Fondazione Gimbe i dottori di famiglia sono una specie in via di estinzione: in Italia ne mancano 3100 e nella sola Emilia Romagna 418. Si dice che con la prospettiva delle prossime specializzazioni nel 2034 ci sarà un eccesso di camici bianchi. Può darsi, ma oggi mancano, questo è il problema da risolvere subito.

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