Editoriale

Meglio abolire il numero chiuso a Medicina

Bologna, 16 gennaio 2024 – Esprimo la mia solidarietà alle famiglie che con sacrificio sostengono i propri figli per farli diventare medici. La società ha bisogno di medici, ma studiare da medico oggi costa mediamente ad una famiglia senza contributo statale dalle 1000 alle 2000 euro al mese per un costo complessivo che va dai 40 mila euro in su. I costi derivano dai test d'ingresso, dalle tasse e per altri dalla necessità di far studiare i figli all'estero a causa delle graduatorie chiuse nazionali. Il Parlamento deve abolire il numero chiuso a medicina.

GIovanni Garzella, un padre

Risponde Beppe Boni

In Emilia Romagna, quindi anche a Bologna, mancano centinaia di medici. C'è carenza soprattutto dei medici di base e di medicina generale. Questi ultimi sono circa 2900, altri 180 arriveranno con un corso triennale di formazione finanziato dalla Regione, ma non sono sufficienti. Senza contare la carenza di professionisti che si registra negli ospedali. Entrate in qualsiasi Pronto soccorso e se avete un problema medio preparatevi a 9-10 ore di attesa cosi capirete che per quanto attivi e volenterosi i camici bianchi in servizio nella prima linea degli ospedali sono pochi. Servono rinforzi (meglio pagati) che per ora non ci sono. I numeri scarsi non riguardano solo i dottori di medicina generale, ma tutto il settore. In Italia, secondo statistiche aggiornate all'estate scorsa, mancano all'appello anche 30.000 medici ospedalieri. Se poi aggiungiamo che servono anche 70.000 infermieri e circa 100.000 posti letto in più ci accorgiamo che la sanità italiana, per quanto di qualità, traballa sui numeri. E non si tratta di un aspetto secondario. Queste carenze rischiano di mettere a repentaglio la salute dei cittadini che, nel momento del bisogno, potrebbero trovarsi senza la necessaria assistenza. Lo si vede anche in questi mesi con l'apertura dei Cau, i centri di intervento che devono alleviare i Pronto soccorso occupandosi dei casi di media gravità. Si spostano le stesse pedine senza considerevoli aumenti di personale e quindi siamo quasi in emergenza prima di cominciare il nuovo corso. Molti rettori universitari difendono il numero chiuso poiché sostengono che aprendo a tutti il sistema andrebbe in tilt. In tilt ci siamo già per la carenza di unità mediche. Possibile che non esista una sana via di mezzo? I rettori affermano anche che con troppi studenti la formazione sarebbe più difficile e non garantirebbe qualità. Balle. La selezione si può attuare alzando l'asticella della preparazione per fare in modo che vadano avanti i migliori. In ogni caso avremmo più medici, quelli che oggi mancano.

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