SANDRO FRANCESCHETTI
Cronaca

Aggressioni e minacce, due uomini colpiti dal divieto di avvicinamento alle ex

Si tratta di un 56enne e un 42enne, entrambi ritenuti responsabili di maltrattamenti aggravati nei confronti delle donne

Carabinieri della Compagnia di Fano in azione

Carabinieri della Compagnia di Fano in azione

Valmetauro (Pesaro Urbino), 18 gennaio 2024 – Aggressioni fisiche e minacce, in alcuni casi anche in presenza dei figli minori. I carabinieri delle stazioni di Colli al Metauro e di Terre Roveresche, appartenenti alla Compagnia di Fano, hanno dato esecuzione a due misure cautelari che prevedono il divieto di avvicinamento alla persona offesa, emesse dal gip del Tribunale su richiesta della locale Procura della Repubblica.

I due uomini colpiti dal provvedimento sono un 56enne e un 42enne, entrambi ritenuti responsabili di maltrattamenti aggravati nei confronti delle loro ex compagne. Gli accertamenti dei militari hanno permesso, in tutti e due i casi, di ricostruire gravi episodi di violenza, perpetuati per lunghi periodi e in alcuni casi, come detto, avvenuti alla presenza dei figli.

Gli investigatori hanno acquisito numerose testimonianze e documentato minuziosamente i singoli episodi vessatori. Nello specifico, i carabinieri di Colli al Metauro, guidati dal luogotenente Antonello Pannaccio, hanno rintracciato il soggetto, sottoposto, come da provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, al divieto di avvicinamento alla persona offesa con l’obbligo di rispettare una distanza minima dalla vittima, ovunque si trovi, di almeno 500 metri, con divieto di comunicare con lei con qualunque mezzo. L’uomo ora dovrà difendersi dall’accusa di reato di maltrattamenti in famiglia aggravato dall’aver commesso talune condotte alla presenza dei figli minori.

La stazione di Terre Roveresche, guidata dal maresciallo maggiore Domenico Pellegrino, ha invece dato esecuzione alla misura cautelare nei confronti di un 42enne marocchino, che è stato rintracciato nel nord Italia. Anche nei confronti di quest’ultimo è stato sancito il divieto di avvicinamento alla persona offesa, con l’obbligo di rispettare una distanza minima dalla vittima, ovunque si trovi, di almeno 500 metri, con l’ulteriore divieto di comunicare con lei attraverso qualunque mezzo. In questo caso, tenuto conto della gravità delle condotte, vi è stata anche l’applicazione del ‘braccialetto elettronico’. Ora il magrebino dovrà difendersi dall’accusa di maltrattamenti aggravati in famiglia e atti persecutori.