NICOLA PETRICCA
Cronaca

Morì per overdose a Sant'Angelo in Vado: tre ai domiciliari, c'è anche il nipote

Fu lui a chiamare i soccorsi e, secondo gli inquirenti, a comprare la dose letale di eroina. Le misure di custodia cautelare sono state ordinate dal Tribunale di Urbino, dopo quasi un anno di indagini, ed eseguite dai carabinieri

Una volante della Compagnia di Urbino dei carabinieri

Una volante della Compagnia di Urbino dei carabinieri

Sant'Angelo in Vado (Pesaro Urbino), 18 gennaio 2024 - Tre persone residenti in provincia sono finite agli arresti domiciliari con l'accusa di spaccio di droga e di aver concorso, a vario titolo, alla vendita di eroina a un uomo di Sant'Angelo in Vado morto di overdose nel febbraio 2023, in casa propria. Tra loro c'è anche il nipote della vittima, che era con l'uomo al momento del decesso e che, secondo gli inquirenti, acquistò la dose letale di stupefacenti.

A eseguire l'ordinanza di custodia cautelare sono stati i carabinieri della Compagna di Urbino, insieme alle unità cinofili del Comando provinciale. Fu proprio il nipote della vittima a chiamare i soccorsi, dopo che lo zio aveva accusato un arresto cardiaco, tuttavia la sua presenza nell'abitazione risultò subito sospetta ai carabinieri di Sant'Angelo in Vado, soprattutto perché, già dopo accertamenti iniziali, era emerso l'uso di cocaina prima della morte dell'uomo.

Sospetti ulteriormente aggravati dall'ispezione del suo cellulare, dato che la cronologia delle chiamate e le chat di quel giorno erano state svuotate. In seguito, l'autopsia rivelò che fu proprio l'overdose la causa del decesso. Stando ai risultati delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Simonetta Catani, il giovane avrebbe reperito la droga in una sala scommesse locale da un 44enne con precedenti, originario di Urbania.

Grazie a una serie di intercettazioni e all'analisi di decine di tabulati telefonici, i carabinieri sono poi risaliti fino al gradino più alto della filiera dello spaccio: un 26enne nordafricano, già noto alle forze dell'ordine perché in grado di muovere notevoli quantitativi di stupefacenti. A lui, gli inquirenti hanno attribuito l'uso di alcune schede sim intestate a prestanomi e decine di vendite di droga a persone del posto. L'ordinanza della misura cautelare è stata emessa dal Tribunale di Urbino, su richiesta della Procura, ed eseguita mercoledì. Oltre all'accusa di spaccio, rivolta a tutti e tre gli arrestati, il nipote della vittima dovrà difendersi anche da quella di morte in conseguenza di un altro delitto.