Delitto Anastasiia, fendenti pure sulle mani. E il marito ha cancellato tutti i messaggi

Udienza a Pesaro per il femminicidio della 23enne ucraina uccisa a coltellate il 13 novembre 2022 I periti hanno analizzato i dispositivi elettronici: spunta un video in cui la vittima mostra i lividi

Anastasiia Alashri, 23 anni

Anastasiia Alashri, 23 anni

Fano, 4 aprile 2024 – La giovane Anastasiia aveva provato a difendersi da quelle interminabili 29 coltellate che le vennero sferrate il 13 novembre del 2022 nel salotto della casa che fino a qualche mese prima dell’omicidio condivideva con l’ex marito, il 43enne egiziano Amrallah Mostafa Alashri che ora è accusato di omicidio e occultamento di cadavere. Ieri mattina, nell’aula della Corte d’Assise di Pesaro, è proseguito il processo che tenta di far luce sulla morte della 23enne mamma del piccolo Adam, il figlio avuto dal suo matrimonio con Alashri che proprio ieri mattina era presente in aula al fianco della sua interprete, chiedendo che non gli venissero fatte foto dai giornalisti durante l’udienza.

La perizia del medico legale ha confermato i 29 fendenti, alcuni dei quali presenti anche sulle mani e sugli avambracci, ferite che dimostrerebbero come Anastasiia abbia cercato di difendersi in tutti i modi dal suo aggressore, fino poi ad una morte avvenuta per dissanguamento. L’assassino, in seguito, provò a disfarsi del corpo mettendolo in un trolley che venne gettato giù da un dirupo.

Sono, invece, ancora tanti i dubbi che si celano dietro i dispositivi elettronici analizzati dai periti, uno su tutti riguarda il telefono dell’imputato nel quale non si trovano più tracce di applicazioni legate alla messaggistica. Un retroscena, però, è stato riportato ieri in aula dall’ingegnere Giuseppe Ferraro - incaricato dell’analisi di tre dispositivi differenti – che non è riuscito a risalire ad alcun messaggio nel cellulare dell’imputato ma solo ad uno screenshoot (una foto dello schermo del telefono) che mostrava come nella schermata del cellulare dell’imputato ci fossero applicazioni che, solo in seguito, sono state cancellate, forse per nascondere le tracce di ciò che aveva fatto o che premeditava di fare.

“Non riesco a capacitarmi di come l’ingegnere non sia riuscito a ritrovare il materiale all’interno del cellulare pur potendo installare nuovamente tutte le applicazioni che avrebbero permesso le riletture delle chat – ha sottolineato Simone Ciro Giordano, avvocato dell’imputato -. In aula ha detto di non aver approfondito questo aspetto per scelta propria, avendo paura di una possibile fuga di dati. Per noi sarebbe stato utile capire cosa c’era in quelle chat". Durante l’udienza è emerso anche un video girato dall’uomo dove si sente Anastasiia dire in inglese: "Mi hai colpito", mentre mostrava al suo ex marito il livido che le aveva procurato. Un’ulteriore prova, per l’accusa, delle aggravanti legate al maltrattamento che l’uomo esercitava sulla giovane. "Ci sono foto di settembre che ritraggono segni di violenza sulla ragazza, ma sarà la prossima udienza (fissata per il 24 aprile), con la testimonianza della madre della vittima, a confermare come – continua l’avvocatessa Roberta Giuliacci della parte civile – l’imputato fosse violento con Anastasiia da anni". Infine, Giuliacci ha depositato il documento di matrimonio, tradotto in lingua italiana, che certifica lo stato dei due coniugi sposati in Ucraina.