
Studenti e città dialogano con il mondo antico per trovare una chiave di lettura della nostra travagliata contemporaneità
Una scuola che varca i propri confini fisici e temporali, una città che dialoga con l’antico per capire il presente, un tema quello del “confine“ che si fa chiave interpretativa di un tempo inquieto. È con questo spirito che prende avvio l’ottava edizione di Eutopia – Più saggi con i classici, la rassegna nata otto anni fa dalla sinergia tra il Comune di Fano e il Liceo Nolfi-Apolloni, con la collaborazione di alcuni studenti dell’istituto. Quattro incontri, dall’8 al 30 maggio alla Mediateca Montanari, accompagneranno il pubblico in un viaggio tra mito, storia, filosofia e filologia per esplorare l’idea di confine non come barriera, ma come soglia da attraversare. "Varcare i confini" è infatti il tema scelto per il 2025, e verrà declinato attraverso le parole di studiosi di alto profilo, giovani ma già affermati nei rispettivi ambiti di ricerca. Un progetto culturale che, come sottolinea il dirigente scolastico Samuele Giombi, affonda le radici in una lunga storia: "Il liceo Nolfi-Apolloni, con il suo indirizzo classico, sente fortemente la responsabilità di offrire alla città occasioni di valorizzazione della classicità. Il classico non appartiene a ieri oggi o a domani, ma è, per sua natura, eterno".
Per l’assessore alla cultura Lucia Tarsi, che è anche docente del liceo, Eutopia rappresenta un esempio virtuoso di scuola che esce dalle aule per dialogare con la città: "Anche in matematica, il limite non è mai un muro, ma uno stimolo ad andare oltre. E quel “oltre“ sta diventando parola chiave del nostro tempo". L’apertura della rassegna sarà affidata al professor Filippo Venturini, archeologo e studioso di filosofia presocratica, con una lezione su Prometeo incatenato di Eschilo. Il 16 maggio sarà la volta della grecista Elena Franchi, mentre il 24 maggio lo storico Gianluca De Sanctis parlerà del concetto romano di frontiera. Chiusura il 30 con il filologo Tommaso Braccini e il suo studio sul mito degli Argonauti. La professoressa Agnese Giacomoni, sottolinea la coerenza della proposta con i fermenti culturali contemporanei: "Il confine, nel mondo antico, non era solo una barriera ma anche un luogo sacro, spesso segnato da santuari o da tombe monumentali, perché lì si concentrava il senso della condivisione. Il prefisso “con-“ ci dice che il confine non è mai solo di una parte: appartiene anche all’altro. E la classicità ha il potere di illuminare queste dinamiche con una profondità che oggi ci serve più che mai".
Tiziana Petrelli