REDAZIONE FERMO

È guerra tra Comune e società Marina

Attesa l’udienza in programma il 14 gennaio: il Consiglio di Stato deciderà sulla concessione.

Una veduta aerea del porto Foto Zeppilli

Una veduta aerea del porto Foto Zeppilli

Udienza molto attesa quella del 14 gennaio al Consiglio Stato, chiamato a decidere in merito alla legittimità o meno del decreto con cui il Comune di Porto San Giorgio ha pronunciato la decadenza della concessione demaniale marittima in capo alla Società Marina di Porto San Giorgio, che gestisce il porto turistico, per non aver versato alcuni canoni demaniali e non aver presentato una polizza fideiussoria a copertura di un debito complessivo di 972.000 euro a favore dell’agenzia del demanio. Il deliberato del Consiglio di Stato inappellabile naturalmente sarà "Decadenza si" oppure "Decadenza no" della concessione demaniale marittima della società Marina di Porto San Giorgio forse con prevalenza della prima delle due ipotesi’. In ogni modo n on si tratta di sfogliare la margherita inseguendo un risultato magari consolatorio ma senza senso. Come lascia intendere il presidente Renato Marconi In presenza di una sentenza sfavorevole per la Marina tra quest’ultima le il Comune non saranno di certo saluti e baci con particolare riferimento al sindaco Valerio Vesprini e al suo vice Fabio Senzacqua. Una cosa è certa: la Società Marina di Porto San Giorgio non ha nessunissima intenzione di lasciare libero il campo andandosene senza opporre resistenza, ma si metterà di traverso con ogni mezzo possibile e lecito. La parola d’ordine è: resistere. Il momento importante sarà quando la società Marina di Porto San Giorgio incomincerà a prelevare dall’impianto portandole via tutte strutture e attrezzature amovibili che sono di sua competenza. Il risultato probabilmente sarà la resa inagibile della struttura portuale, senza colonnine per l’acqua e l’elettricità nei posti barca e senza possibilità di attracco e senza pompa per il ricambio dell’acqua portuale. Il Comune cercherà di opporsi, ma non sarà facile. In conclusione è facile prevedere che tra l’Ente e la società sarà guerra aperta e senza esclusione di colpi.

Silvio Sebastiani